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Alla Cina piace russa. La corsa del Dragone verso Sberbank

Nel giro di un anno il numero dei conti correnti aperti da cittadini cinesi presso la prima banca della Federazione, è aumentato del 50%. Ci sono di mezzo i dazi e una minore fiducia nell’economia. Problema, la Russia è vicina alla recessione

Chissà cosa passa nella mente di un risparmiatore cinese. Nello strano gioco delle banche, sembra essere in atto una piccola transumanza tra Cina e Russia. E, a rimetterci, è la prima. Le banche del Dragone sono sotto stress: pochi prestiti e quelli concessi, soprattutto in passato, non vengono rimborsati. E poi quella crisi immobiliare che ha sparigliato le carte e una sintonia con Pechino perduta da tempo.

Tanto che non pochi istituti e da tempi non sospetti, hanno cominciato a prendere molto più alla leggera i diktat del partito. Adesso però, c’è una falla nel risparmio. Vale a dire, sempre più correntisti cinesi spostano i loro capitali presso le banche russe. Anzi, la banca: quella Sberbank che è ancora oggi il primo istituto di credito per dimensioni della Federazione.

Imprenditori, dipendenti dello Stato, semplici risparmiatori, c’è un po’ di tutto. Fatto sta che nel giro di un anno il numero di conti correnti aperti presso Sberbank da parte di cittadini cinesi è aumentato del 50%. Come si spiega? Ci sono diverse ragioni. Primo, i cinesi non sembrano nutrire grande fiducia nel futuro della seconda economia globale.

Anche perché la guerra commerciale con gli Stati Uniti è sempre lì, dietro l’angolo, pronta a riaccendersi. Secondo, gli scambi commerciali tra Russia e Cina sono aumentati vertiginosamente da quando i Paesi occidentali hanno abbandonato e messo sotto embargo Mosca a causa del conflitto in Ucraina, raggiungendo la cifra record di 1,74 trilioni di yuan (239 miliardi di dollari) lo scorso anno, secondo i dati doganali cinesi. E questo nonostante le interruzioni nei pagamenti causate dalle sanzioni occidentali.

Inoltre Sberbank ha un ufficio di rappresentanza in Cina e ha aperto un centro nella città portuale di Vladivostok, nell’estremo oriente russo, per sviluppare gli affari tra le aziende russe e cinesi. Come se non bastasse, intervenendo al Forum economico di San Pietroburgo, dove oggi parlerà il presidente russo Vladimir Putin, il numero uno di Sberbank ha spiegato come un tutorial in lingua cinese su come avviare un’attività in Russia, creato da Sberbank, ha contribuito ad attrarre aziende cinesi. Lo stesso manager che, poche ore prima, aveva ammesso, anticipando di poco il primo vero allarme ufficiale sulle condizioni dell’economia russa arrivato da un membro del governo, che sì, la Russia rischia la recessione. Questo ai cinesi interessa?


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