L’intenzione di scegliere personalmente almeno 50 nuovi specialisti entro la fine dell’anno, così da farli lavorare al Superintelligence Labs, e quella di investire nella start-up Scale AI, per convincere il suo giovane e talentuoso ceo a passare di casacca, sono le mosse con cui Meta intende diventare leader nell’Agi. Le altre aziende d’altronde si stanno già muovendo
Il progetto è di quelli ambiziosi, per cui il fine ultimo non può essere da meno. L’intenzione di Mark Zuckerberg di scegliere personalmente almeno 50 nuovi specialisti entro la fine dell’anno, così da farli lavorare al Superintelligence Labs, un team specializzato in intelligenza artificiale generativa con cui le macchine eguaglieranno – se non addirittura supereranno – l’essere umano nel modo di ragionare, è un passo in avanti che segue l’investimento da circa 15 miliardi di dollari che Meta starebbe pensando di sborsare per Scale AI, una startup che addestra modelli di IA generativa. Messe insieme, queste due mosse spiegano bene l’obiettivo dell’azienda, per nulla intenzionata a rimanere indietro mentre le concorrenti procedono a vele spiegate. Al contrario, vuole diventare leader indiscussa dell’IA generativa. D’altronde, prometteva Zuckerberg giusto quattro mesi fa, “quest’anno segnerà la rotta per il futuro”.
Per riuscirci, guarda in casa altrui. L’investimento colossale in Scale AI serve anche per convincere il suo giovanissimo fondatore Alexandr Wang, 28 anni, a traslocare e passare in Meta insieme ad altri dirigenti di spicco. Stessa cosa per i vari ricercatori delle aziende rivali che Zuckerberg vorrebbe portare a Menlo Park. L’arrivo di Wang, considerato un talento nascente nella Silicon Valley, potrebbe servire per invogliare tanti altri a compiere la stessa scelta. Qualora non bastasse, Meta è pronta a offrire contratti da sei o nove zeri. Zuckerberg avrebbe anche creato una chat Whatsapp con gli altri dirigenti della sua azienda chiamata “Recruiting Party”, all’interno di cui si discute delle candidature dei singoli lavoratori.
Cosa ci voglia fare con loro è una domanda scontata tanto quanto la risposta. Con Anthropic, OpenAI e Google che continuano ad annunciare nuovi prodotti e servizi di IA generativa, Meta vuole presentarsi come la prima della classe. Big G pensa che l’Agi possa diventare realtà entro la fine del decennio, mentre Anthropic lo crede possibile già il prossimo anno. “Il decollo è iniziato”, avverte anche Sam Altman sottolineando che “di recente abbiamo creato sistemi che sono più intelligenti delle persone sotto molti aspetti e sono in grado di amplificare significativamente i risultati ottenuti da chi li utilizza”. Insomma, anche Meta vuole partecipare a questa festa.
Ma vuole farlo in grande stile. Si spiega anche così il rinvio di Behemoth, il modello di IA più avanzato di Meta, superiore a quello di qualunque altro. Tuttavia non è ancora pronto e per evitare dei passi indietro l’azienda ha deciso di procedere con più calma e saggezza, posticipando il rilascio.
C’è un aspetto, ormai diventato un dato di fatto, che viene messo in evidenza da Axios. Le Big Tech fanno sempre più affidamento sulle start-up. Senza acquistarle per intero, i loro investimenti servono per attrarre know-how, sia intellettuale che fisico (inteso come persone). È il caso di Microsoft e Inflection, così come di Google con Character.AI. Ora è il tempo di Meta-Scale AI, per rendere Zuckerberg il re dell’IA generativa.