La costituzione della joint venture Edgewing segna un passo strategico nella cooperazione tra Regno Unito, Italia e Giappone per lo sviluppo del caccia di sesta generazione del programma Gcap. Con quote paritetiche tra Bae Systems, Leonardo e Jaiec, Edgewing avrà il compito di guidare la progettazione e l’evoluzione del sistema per l’intero ciclo di vita, con entrata in servizio prevista nel 2035. Tutti i dettagli
Con la nascita ufficiale della joint venture Edgewing, prende forma l’asse trilaterale tra Regno Unito, Italia e Giappone per lo sviluppo del nuovo caccia di sesta generazione nell’ambito del programma Gcap (Global Combat Air Programme). Il progetto unisce tre attori industriali strategici: Bae Systems, Leonardo e Japan Aircraft Industrial Enhancement (Jaiec), che deterranno quote paritetiche del 33,3%. Edgewing avrà il compito di guidare l’intero ciclo di vita del futuro sistema da combattimento aereo, la cui entrata in servizio è prevista per il 2035, mentre l’operatività sarà estesa ben oltre il 2070. Con sede centrale nel Regno Unito e presenze operative nei tre Paesi partner, la joint venture rappresenta un nuovo modello di governance industriale multilaterale nel settore difesa.
Un italiano alla guida di Edgewing
Alla guida della società è stato nominato Marco Zoff, già direttore della Divisione Velivoli di Leonardo, che porterà la propria esperienza nel coordinamento di progetti internazionali ad alto contenuto tecnologico. Secondo Zoff, l’ambizione non è soltanto realizzare un velivolo avanzato, ma anche definire un nuovo standard globale di cooperazione, promuovendo fiducia reciproca, innovazione e resilienza delle supply chain. Lo stesso spirito è stato sottolineato dal vertice governativo trilaterale Gigo (Gcap International Government Organisation), che affiancherà la joint venture nel processo decisionale e nel coordinamento politico-strategico del programma.
Cosa farà la nuova joint venture
Edgewing assumerà il ruolo di autorità progettuale del sistema da combattimento e affiderà in subappalto la produzione e l’assemblaggio finale del velivolo a BAE Systems, Leonardo, Mitsubishi Heavy Industries e agli altri attori della filiera. Il programma, considerato critico per la sicurezza e la sovranità tecnologica delle tre nazioni, punta a sviluppare un aereo da combattimento interconnesso, capace di operare in ambienti multidominio e integrarsi con piattaforme esistenti e future. L’obiettivo è anche industriale: rafforzare le capacità manifatturiere e la competitività delle imprese nazionali attraverso il trasferimento di tecnologie sensibili e lo sviluppo di nuove competenze.
Il Gcap prende il volo
Con la formalizzazione della joint venture, il Gcap entra in una fase cruciale, che segnerà il passaggio dalla definizione concettuale al design esecutivo del nuovo velivolo. L’iniziativa si inserisce in un contesto geopolitico in cui alleanze transcontinentali e interoperabilità tra partner diventano fondamentali per sostenere la deterrenza e l’autonomia strategica. Il progetto rappresenta anche una risposta alle nuove sfide dell’industria della difesa, che richiedono modelli di cooperazione più agili, capaci di generare massa critica tecnologica e industriale pur mantenendo la flessibilità necessaria in scenari operativi in rapida evoluzione.