Giorgio Girelli, coordinatore del Centro Studi Sociali “A. De Gasperi”, sottolinea i meriti di un autentico servitore dello Stato che ha intensamente operato con competenza e discrezione, senza ricercare seggi parlamentari e ministeri che pure insistentemente gli sono stati offerti
Con viva sorpresa ho riscontrato che nei tre ricordi promossi da Mediaset su Silvio Berlusconi a due anni dalla sua scomparsa nessun cenno è stato fatto a Gianni Letta. Eppure senza la competenza, l’equilibrio, le entrature, la saggezza, la credibilità del “dottor” Letta, Silvio Berlusconi, almeno a mio parere, non sarebbe stato Berlusconi. Di ciò questi era ben consapevole tanto che non si è mai voluto privare della vicinanza e del consiglio di Letta specie nei passaggi più delicati e complessi della sua vita politica e istituzionale. E giunse anche a candidarlo e votarlo (369 voti) per la Presidenza della Repubblica. Operazione di bandiera, si dirà. Ma la bandiera è sempre rappresentativa del meglio di cui si dispone. Ed avere ignorato l’alto “consigliere” non è stato atto di riguardo neppure nei confronti dello stesso Berlusconi.
I momenti più delicati della vicenda politica del “cavaliere” hanno sempre visto la attiva presenza di Letta. Ad esempio come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, carica che ricoprì per numerosi anni, fu presente al non semplice colloquio del 2 maggio 2005 tra le autorità italiane e l’ambasciatore statunitense Mel Sembler sul caso dell’omicidio di Nicola Calipari in Iraq durante le fasi finali della liberazione di Giuliana Sgrena.
Il 6 giugno del 2008 presenziò all’incontro tra Berlusconi e Papa Ratzinger fungendo da garante del governo italiano presso la Santa Sede e viceversa. Infatti Letta era anche membro della famiglia pontificia laica, essendo stato nominato Gentiluomo di Sua Santità da Papa Benedetto XVI il 29 giugno 2007. E appunto tra le incombenze di Gianni Letta c’era pure il coordinamento delle attività del governo italiano con la Santa Sede.
Numerosi anche i riconoscimenti dall’estero: nel 2010 la Cnn si è riferita a Letta come “braccio destro di Berlusconi”. Il 18 giugno 2007 Letta era stato nominato membro del comitato consultivo di Goldman Sachs International, con l’incarico dalla banca di “fornire consulenza strategica sulle opportunità di crescita, con particolare attenzione all’Italia”. Il presidente di Goldman Sachs International, Peter Sutherland, nel comunicato stampa, affermò che Letta era “un talento eccezionale, con esperienza politica e profonda conoscenza della politica italiana e del mercato italiano e internazionale”. Incondizionate la stima e la fiducia in lui di Berlusconi che nel giugno 2016, in convalescenza per un’operazione al cuore, gli affidò – pur non essendo egli iscritto al partito – la direzione politica di Forza Italia.
Non si tratta di elevare peana al personaggio, il quale per primo li respingerebbe, ma ricordare in maniera appropriata i meriti di un autentico servitore dello Stato che ha intensamente operato con competenza e discrezione, senza ricercare seggi parlamentari e ministeri che pure insistentemente gli sono stati offerti. Non a caso il presidente Sergio Mattarella, di cui sono note storia e sensibilità politica, ha inteso omaggiarlo invitando lui e la signora Maddalena al Quirinale per i suoi novant’anni.