A Istanbul raggiunta un’intesa per lo scambio di ostaggi, in gran parte militari feriti e ragazzi “rapiti” dai russi, mentre il conflitto registra una nuova escalation. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Mosca bombarda le città e le infrastrutture civili ucraine, Kyiv attacca le basi militari dell’armata russa e si difende in linea con la Carta delle Nazioni Unite contro la guerra di aggressione di Putin.
Il giorno dopo il devastante attacco a sorpresa ucraino contro cinque basi aeree nelle remote retrovie siberiane dell’aeronautica militare russa, il bilancio del blitz oltre che ad aggravarsi sta determinando tutta una serie di contraccolpi, palesi e non, nei vertici militari del Cremlino.
Sono gli stessi blogger militari da sempre più putiniani di Putin e fanatici fiancheggiatori dell’invasione dell’Ucraina a definire l’impatto dell’attacco una ”Pearl Harbour” per la Russia ed ammettendo che si è trattato di “un’operazione di dimensioni enormi per le implicazioni che avrà sull’andamento del conflitto e anche per gli equilibri strategici, proprio come l’attacco giapponese contro la base americana nelle Hawaii nel 1941”.
Nonostante la ripresa delle trattative di Istanbul, l’attacco segna l’avvio dell’escalation del conflitto. L’enfasi sull’efficacia distruttiva dell’attacco da parte dei blogger russi cela in realtà l’incitamento ad applicare la dottrina teorizzata dallo stesso Putin di scatenare un attacco nucleare in risposta ad un attacco convenzionale che crei una minaccia critica alla sovranità e all’integrità territoriale russa, anche da parte di un Paese non nucleare ma sostenuto da Paesi che lo sono.
È questa la risposta che alcuni esponenti della comunità Z, sostenitori della guerra, hanno iniziato a chiedere su Telegram. ”Non é solo un pretesto, ma una ragione per lanciare attacchi nucleari contro l’Ucraina.
Eventualità che l’intelligence occidentale tende a escludere, perché in ogni caso il malaugurato utilizzo di una bomba atomica tattica di piccole dimensioni, ma con effetti tuttavia devastanti come e più di quelli che si sono verificati a Hiroshima e Nagasaki, comporterebbe la certezza della ricaduta di radioattività sulle truppe e sulle città russe, Mosca compresa.
Anche in merito a queste considerazioni il conflitto ha cambiato il suo centro di gravità: non é più guerra di contatto ma di profondità” spiega uno dei blogger militari russi, riferendosi all’eliminazione dei limiti alla gittata dei missili forniti dagli alleati, annunciato dal Cancelliere tedesco Friedrich Merz.
La guerra di profondità delle forze ucraine ha già cominciato a colpire le retrovie nemiche, ed accentuato l’esaurimento delle riserve dei carri armati russi risalenti alla guerra fredda.
Esaurimento previsto fra settembre e fine anno, a fronte di una capacità di produzione di nuovi carri ancora limitata ad 80 l’anno, lo stesso numero di quelli distrutti al fronte lo scorso maggio. “Non puoi conquistare un Paese, a piedi, senza carri armati” é la conclusione dei blogger militari moscoviti.
L’intero conflitto ha cambiato verso. Ha iniziato la Russia a cambiare le modalità, ma l’Ucraina ha replicato con maggiore efficacia.
Mosca prende di mira le città, come il massiccio attacco dell’altro ieri compiuto con tre missili balistici, quattro cruise e 472 droni contro Kharkiv e Zaporizhzhia.
Kyiv invece compie esclusivamente attacchi ad obiettivi militari. Cambiano anche gli equilibri del rapporto fra Russa ed Europa. ”Senza carri armati Mosca non può minacciare i paesi Baltici e la Polonia. Se l’Ucraina continua a resistere e i russi rimangono senza carri armati, proprio nel momento del disimpegno convenzionale degli Stati Uniti dall’ Europa, la situazione inevitabilmente non solo cambierà, ma si capovolgerà” ammettono i blogger militaristi che proliferano all’ombra del Cremlino.
Lo dimostra il blitz contro le basi degli aerei strategici. ”Lo hanno fatto una volta e lo possono rifare anche contro le basi navali e dell’armata russa”, l’inevitabile conclusione.
La metamorfosi della guerra vede Kyiv in grado di colpire molto in profondità con un attacco pianificato contro obiettivi di grande portata, come lo sono gli aerei strategici (i Tu-95MS ampiamente usati nella guerra e i T22M3) da centinaia di milioni di dollari e non sostituibili.
Nella prospettiva di negoziati sulla riduzione delle armi strategiche fra Russia e Stati Uniti, la perdita degli aerei strategici e degli A-50 radar, lascia Mosca in svantaggio.
Se fosse confermato che gli aerei strategici distrutti sono più di 30, la forza russa sarebbe dimezzata. Inoltre secondo Kyiv, nell’operazione ”Pavutyna” (ragnatela) sono stati distrutti il 34%dei lanciatori di missili cruise russi.
Al momento non esiste una protezione per attacchi di droni, come i 117 ucraini usati contro gli aerei strategici. Aerei troppo grandi per essere nascosti negli hangar e droni troppo piccoli per essere tracciati.
La trasformazione del conflitto in atto spiega anche la vera natura degli interventi previsti dai Paesi volenterosi: nessuno parla dell’invio di soldati nelle trincee, ma nei centri operativi delle città.
”Il rischio d’escalation da parte russa é una ipotesi seria” ritiene l’intelligence ucraina e occidentale. Fonti russe hanno ammesso che i micidiali droni di Kiev, fatti in casa, sono stati lanciati da camion parcheggiati vicino alle basi. Ricostruzione che coincide con quella dell’intelligence interna ucraina, la quale ha dichiarato ai media che l’operazione, nome in codice “Spiderweb”, era in preparazione da oltre 18 mesi.
I droni sono stati inizialmente introdotti clandestinamente in Russia e successivamente nascosti sotto i tetti di piccole baracche di legno, caricate su camion e condotte fino al perimetro delle basi aeree.
I pannelli del tetto delle baracche sono stati sollevati da un meccanismo attivato a distanza, consentendo ai droni di decollare e iniziare l’attacco. Una ragnatela ucraina che ha dimostrato di essere estesa dietro le linee russe e che sarebbe pronta a colpire ancora. Anche a Mosca.