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Il Pd contro le armi segue l’estremismo di Conte, serve un terzo polo autonomo. Parla Marcucci

Il campo largo va in piazza per la seconda volta contro il riarmo dell’Europa. Sembra un’impostazione ideologica, totalmente sballata. Spiace che il Pd, ormai sempre più solo il partito di Schlein, in questo modo vada persino contro il Partito socialista europeo. Ora è il momento di un terzo polo autonomo. Fra il partito Liberaldemocratico e Azione c’è un buon dialogo, Italia Viva ha fatto altre scelte. Colloquio con Andrea Marcucci (Libdem)

Anche il Pd, per la seconda volta e nonostante l’assenza di Elly Schlein (che sarà alla riunione delle famiglie politiche europee di centrosinistra Verdi e Socialisti) ha deciso di aderire alla manifestazione contro il riarmo. Le opposizioni si danno appuntamento il 21 giugno a Roma per dire no al programma europeo ReArm Europe. I malumori in casa dem sono sempre più evidenti, così come, a detta di Andrea Marcucci, ex senatore e fra i promotori del partito Liberaldemocratico assieme a Luigi Marattin “il Pd è sempre di più il partito di Schlein. Non mi sembra che ci sia più lo spazio per chi viene da radici culturali diverse da quelle sinceramente gruppettare che esprime la segretaria”.

Il fronte progressista di nuovo in piazza contro il riarmo il 21 giugno. Cosa dobbiamo aspettarci?

Siamo circondati da guerre, in Ucraina ed il Medio Oriente, e il campo largo va in piazza per la seconda volta contro il riarmo dell’Europa. A me sembra un’impostazione ideologica, totalmente sballata. Mi dispiace che il Pd in questo modo vada persino contro il Partito socialista europeo. La distanza con Francia, Gran Bretagna e Germania è abissale. Il tutto per rincorrere l’estremismo di Giuseppe Conte e del duo Bonelli-Fratoianni.

Dopo la piazza per Gaza, la sconfitta del referendum, un nuovo appuntamento in cui si tenta di costruire l’unità. Esiste realmente un collante a sinistra o sono auspici misti a slogan?

I temi di politica internazionale saranno prioritari alle politiche del ‘27. Gli slogan che il campo largo utilizza allontano in modo irreversibile i moderati da quella coalizione. Lo ripeto, sostenere il disarmo europeo in questo contesto geo politico significa non avere chiari i rischi che corre il nostro continente.

I riformisti del Pd rumoreggiano. Ancora una volta. C’è da aspettarsi un atto di coraggio o rimarrà tutto com’è all’interno del Pd?

Auguro anche a loro una grande fortuna. Il Pd è sempre di più il partito di Elly Schlein. Non mi sembra che ci sia più lo spazio per chi viene da radici culturali diverse da quelle sinceramente gruppettare che esprime la segretaria.

Pochi giorni fa Ernesto Maria Ruffini ha depositato il marchio della sua associazione “Più uno”. Assomiglia molto nelle sembianze a quello dell’Ulivo. Un auspicio per la riproposizione di quel modello nel centrosinistra?

L’Ulivo ha rappresentato un progetto in cui ho creduto e per il quale mi sono speso. Ma era un’altra epoca storica e politica, questo è evidente. E bisogna prenderne atto. Se poi il centrosinistra è quello con Fratoianni, Bonelli e soprattutto Giuseppe Conte, trovo impossibile immaginare una qualsiasi configurazione che possa includere un approccio moderato e riformista coerente. Tanto meno liberale. Per cui auspici non ne faccio, ma faccio un in bocca al lupo a Ernesto Maria Ruffini, quello sì.

Per una realtà come quella del partito Liberaldemocratico è piuttosto complesso immaginare di allearsi ad una forza politica. Esistono dialoghi con altre forze come Azione e Italia Viva?

Per noi valgono solo i programmi, le alleanze si devono fondare sulla condivisione di valori. È l’unica condizione per durare. Guardi a quello che successe all’Ulivo, nel secondo governo Prodi di cui feci parte. Le maxi coalizioni possono andare bene per tentare di vincere le elezioni, al governo scoppiano. Quanto ad Italia Viva, mi sembra abbia fatto la sua scelta, molto diversa dalla nostra. Con Azione invece mi auguro che continui un dialogo che è fecondo, personalmente condivido la posizione di Carlo Calenda. Serve di nuovo un terzo polo autonomo rispetto ai due populismi di centrosinistra e centrodestra.

Centrodestra e centrosinistra potrebbero trovare un terreno comune sul terzo mandato. Come la vede?

Io credo che ora sia urgente e necessario dare una data alle Regioni e ai presidenti che scadono in autunno. Poi si può parlare di tutto ma a pochi mesi dalla scadenza naturale del mandato di diverse regioni importanti, compresa la Toscana, mi sembra che la priorità debba essere quella.


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