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Nella guerra tra Iran e Israele l’Ue deve coordinarsi con gli Usa. Il commento di Geranmayeh (Ecfr)

Coordinare con Usa e Regione del Golfo un’attività di pressione diplomatica per evitare derive incontrollabili e gestire l’escalation. Secondo Ellie Geranmayeh, esperta di Iran dell’Ecfr, l’Ue non può non prendere parte allo sforzo di de-escalation tra Iran e Israele

Decine e decine di missili balistici lanciati dall’Iran sono piovuti su Israele, colpendo aree civili e obiettivi strategici — come il mitologico quartier generale delle forze armate israeliane, HaKirya. È la seconda ondata di “True Promise 3”, la risposta iraniana all’attacco “Raising Lion” lanciato da Israele nella notte tra giovedì e venerdì. La prima ondata consisteva nel lancio di centinaia di droni contro lo Stato ebraico, che però avevano sortito effetti molto limitati. Diverso quanto avvenuto con la slava missilistica, tanto che Israele ha immediatamente risposto con altri bombardamenti.

Con lo scambio di colpi destinato a durare ancora, Ellie Geranmayeh, esperta di Iran dell’Ecfr, dove è vicedirettrice del programma Mena, che i governi europei intensifichino il “coordinamento con l’amministrazione Trump e gli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo per preservare la pista diplomatica con l’Iran, anche a breve termine mantenere aperto un canale posteriore per il de-conflicting con Teheran”.

Per l’esperta del think tank paneuropeo, l’attacco senza precedenti di Israele in tutto l’Iran sembra progettato per erodere anche le scarse possibilità del presidente Donald Trump di concludere un accordo per contenere il programma nucleare iraniano. Il leader supremo iraniano, Ali Khamenei, ha subito chiarito che Teheran si vendicherà — la Bandiera rossa della Vendetta sventola ancora sulla cupola della moschea Jamkaran di Qom.

Gli attacchi israeliani, sebbene parte di una volontà strategica nota, sono arrivati sulla scia di una decisione del Consiglio dei governatori dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Iaea) di emettere una risoluzione che censura l’Iran per non aver rispettato i suoi obblighi legali relativi alle attività nucleari nei primi anni 2000. “È altamente improbabile che in queste condizioni, l’Iran procederà con i colloqui mediati dall’Oman”, commenta Geranmayeh. Previsti per domenica, sono stati subito cancellati e “questa traccia ufficiale potrebbe ora essere messa in pausa mentre lo scontro militare tra Israele e Iran si svolge”.

Stante il quadro, l’esperta dell’Ecfr suggerisce che l’Unione Europea “avere gli occhi ben aperti che questo è stato un grande attacco iniziato da Israele, progettato per alzare la posta contro Teheran e trascinare la regione in confronto”. Inoltre, Geranmayeh invita l’Ue a non essere “trascinati nel confronto tra Israele e Iran in modi che possono mettere in pericolo il gran numero di diplomatici europei e personale militare in Medio Oriente”. A livello di governo, i leader europei poi “dovrebbero unire le forze con le monarchie del Golfo Arabo per chiedere urgentemente la de-escalation da parte di Israele, Iran e Stati Uniti”.

Questo sforzo congiunto tra l’Europa e gli Stati del Gcc dovrebbe mirare a prevenire che le ondate di attacchi non si trasformino in guerra totale e aperta. “Gli attori europei — aggiunge — dovrebbero offrirsi di assistere l’Iaea e l’Iran con il sostegno per prevenire qualsiasi pericolo per gli ispettori europei sul campo e per prevenire il rischio di contaminazione da radiazioni che potrebbe derivare da ulteriori attacchi israeliani”.


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