Tra l’ingresso del costruttore di Shenzhen nell’Unrae e obiettivi di vendite piuttosto ambiziosi nella Penisola, il mercato tricolore rischia di doversi adattare in fretta a una concorrenza forse non ancora del tutto compresa. E lo si è visto in Cina
Forse ora non è più una semplice testa di ponte, bensì un cuneo ben conficcato nella seconda manifattura d’Europa: l’Italia. Byd, l’unicorno cinese che sta riscrivendo, sempre che non lo abbia già fatto, regole ed equilibri del mercato auto mondiale, non senza fare vittime, a cominciare dai suoi stessi concorrenti cinesi, compie un altro passo verso ovest. Come? Entrando in Unrae, l’Associazione che rappresenta le case automobilistiche estere operanti in Italia, la quale ha annunciato l’adesione del costruttore cinese. Questo ha un significato ben preciso: da oggi la concorrenza cinese in Italia sulle quattro ruote con motore elettrico diventa ancora più agguerrita.
Non bisogna mai dimenticare che, con oltre 4,2 milioni di veicoli venduti nel 2024 (+40% rispetto ai 3 milioni del 2023), Byd si è affermata come uno dei principali produttori mondiali di veicoli a propulsione alternativa. E, un dettaglio che forse non è tale, particolarmente significativa è la crescita italiana, con il costruttore di Shenzhen ha conquistato l’1,4% di quota in soli 8 mesi. Tutto sta nella strategia commerciale estremamente aggressiva del costruttore, arrivato a tagliare i prezzi fino al 34% su oltre venti modelli di veicoli elettrici e ibridi plug-in. Questo approccio, basato sul principio “volumi prima dei margini” sta mettendo a soqquadro l’intero mercato globale.
Ora il timore è che anche in Europa e in Italia si assista a quanto avvenuto in Cina, dove è in corso un corpo a corpo senza esclusione di colpi tra le case concorrenti e Byd, forte quest’ultima dei generosi sussidi statali concessi da Pechino. I prezzi stracciati di Byd hanno infatti innescato una vera e propria reazione a catena tra i costruttori. Aziende come Changan e Leapmotor hanno rapidamente adottato strategie simili, lanciando promozioni altrettanto aggressive. Questo fenomeno evidenzia il potere di Byd nel dettare le dinamiche di prezzo nel settore delle auto elettriche in Cina. E forse anche fuori. Li Yanwei, rappresentante della China Automobile Dealers Association, non a caso ha sottolineato come ogni ondata di sconti costringa i concorrenti a rispondere con misure analoghe, intensificando la competizione automobili in un mercato già estremamente competitivo e arrivando a una distorsione su scala globale.
Il rischio in Italia c’è. Le intenzioni del gruppo di Shenzhen, come raccontato da Roberto Di Nardo, sales director di Byd in Italia “per quanto riguarda l’Italia, le ambizioni sono elevatissime e l’impegno di tutto il team è massimo. L’obiettivo è raggiungere nel più breve tempo possibile almeno 20.000 unità su strada. Perché 20 mila? Perché è la soglia minima di visibilità per un nuovo brand nel nostro mercato. Al momento siamo a circa 13.000 unità immatricolate, quindi siamo sulla strada giusta e spero di raggiungere le 20 mila unità entro l’anno”. Occhi aperti.