Mercoledì gli Stati membri hanno trovato l’accordo sul mandato negoziale per il pharma package, avviando ufficialmente i triloghi con Parlamento e Commissione. L’obiettivo è ambizioso: accesso più equo e tempestivo ai farmaci, sostenibilità dei sistemi sanitari e rilancio della competitività industriale. Ma il compromesso raggiunto non convince tutti. L’industria innovativa alza la voce contro la riduzione delle protezioni brevettuali
L’Unione europea compie un nuovo passo verso la riforma più significativa della legislazione farmaceutica degli ultimi vent’anni. Mercoledì gli Stati membri hanno trovato un accordo sul mandato negoziale per il pharma package – proposta di riforma della legislazione farmaceutica che mira a ottenere un accesso più equo, tempestivo e sostenibile ai farmaci per tutti i cittadini europei, rafforzando al contempo la competitività dell’industria del farmaco.
“Il mandato concordato oggi rappresenta un passo fondamentale per assicurare che tutti gli europei possano accedere a medicinali sicuri, efficaci e a prezzi accessibili”, ha dichiarato Izabela Leszczyna, ministra della Salute della Polonia – Paese che si presta a chiudere il semestre di presidenza del Consiglio Ue a fine mese. “Stiamo costruendo un’Europa della salute più resiliente, che non lascia indietro nessuno”. Con questo accordo, il Consiglio è pronto ad avviare i negoziati con il Parlamento europeo. Un obiettivo condiviso dal commissario per la Salute e il Benessere animale, Oliver Varhelyi, che ha espresso l’auspicio di chiudere il pacchetto entro la fine dell’anno, accanto al Critical medicines act. “Queste riforme garantiranno l’accesso ai farmaci per ogni paziente, in ogni Stato membro. Dobbiamo lavorare intensamente su entrambi i dossier”, ha dichiarato su X.
DUE VISIONI A CONFRONTO
Ma il contenuto della riforma e la posizione adottata dal Consiglio dividono l’industria. Da un lato Efpia – la Federazione europea delle industrie e associazioni farmaceutiche – ha espresso profonda preoccupazione per le misure contenute nel testo, in particolare la riduzione dei periodi di esclusiva per la protezione dei dati sui farmaci. “La scelta di ridurre le protezioni della proprietà intellettuale rende l’Europa meno attrattiva per gli investimenti, compromettendo lo sviluppo di trattamenti innovativi senza affrontare le vere cause dei ritardi nell’accesso dei pazienti”, ha dichiarato l’associazione, parlando di “un’occasione mancata per l’innovazione europea”. I produttori di farmaci equivalenti e biosimilari, rappresentati da Medicines for Europe hanno invece sottolineato la loro contrarietà a qualsiasi tentativo di “estendere incentivi e diritti di proprietà intellettuale”.
PROSSIME TAPPE
Con il via libera del Consiglio, si apre ora la fase dei triloghi, i negoziati a tre tra Commissione, Parlamento e Stati membri. La Commissione, come traspare dalle dichiarazioni del commissario, punta a chiudere entro il 2025, ma resta da vedere se questo obiettivo rimarrà solo sulla carta.