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Acciaio a buon mercato e concorrenza aggirata. Byd spina nel fianco dell’Europa

Le vendite del colosso cinese continuano a rappresentare un problema per l’industria automobilistica europea. E adesso ci si mettono anche le aziende del Vecchio continente a dare man forte al costruttore di Shenzhen

Byd continua, lenta e inesorabile, la sua opera di posizionamento in Europa, aumentando giorno dopo giorno la pressione. E chi ne fa le spese, oltre ai principali costruttori europei, è anche la stessa Tesla. Partendo dall’Europa, sia nell’ibrido, sia nell’elettrico, la casa di Shenzhen ha ormai superato la quota del 9% in entrambe le categorie. Dati che dimostrano ulteriormente come le case automobilistiche cinesi stiano riuscendo ampiamente a penetrare in uno dei mercati automobilistici più grandi al mondo, quello del Vecchio continente.

E questo lo dimostra anche l’imminente apertura, in Ungheria, del nuovo polo industriale di Byd. Una testa di sbarco che pare più un cuneo sempre più profondo nell’industria europea. Proprio in questi giorni Byd ha siglato un accordo strategico con l’austriaca Voestalpine, gruppo globale nel settore dell’acciaio e della tecnologia, per la fornitura del nuovo stabilimento ungherese. L’intesa, presentata a Vienna dalla vicepresidente esecutiva di Byd, Stella Li, insieme al ceo di Voestalpine Herbert Eibensteiner, prevede la fornitura di acciaio laminato e sancisce l’ulteriore saldatura tra imprese europee e il colosso cinese.

L’annuncio della collaborazione con Voestalpine dimostra i chiari intenti di Byd: produrre auto in Europa, per l’Europa. L’azienda continua a incontrare centinaia di potenziali fornitori nei mercati chiave mentre accelera i preparativi per l’avvio della produzione europea. Domanda: come difendere, o almeno provarci, le aziende europee? I costruttori hanno pochi dubbi, per fermare la Cina e i suoi unicorni bisogna rimettere mano al Green new deal, per allentare la morsa della transizione sulle fabbriche, non ancora pronte del tutto alla sfida dell’elettrico.

In queste ore il numero uno di Stellantis in Europa, Philippe Imparato, ha lanciato un messaggio a Bruxelles che suona più o mneo cos: l’anno prossimo Stellantis potrebbe chiudere alcune fabbriche, se il Green deal non cambierà entro fine 2025. Tradotto, “se qualcosa non cambia significativamente a livello di rischio e impostazione mentale nella transizione della mobilità dovremmo prendere decisioni importanti, come la chiusura delle fabbriche.”

E non è che nel resto del mondo vada meglio. È già il terzo trimestre di fila che succede e quindi ormai è una tendenza che si sta consolidando: la sfida per la leadership globale nel mercato delle auto elettriche vede ancora una volta prevalere Byd su Tesla. Nel secondo trimestre del 2025, la casa di Shenzhen ha consegnato 606.993 veicoli elettrici a batteria (Bev), in crescita del 42,5% su base annua, mentre Tesla ha registrato un crollo delle consegne a 384.122 unità, giù del 13%. C’è però il trucco. La performance record di Byd è il frutto di una strategia commerciale aggressiva, basata su forti sconti. Troppo facile.


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