Parte il Programma nazionale di esplorazione mineraria dopo il via libera dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica, con un investimento di 3,5 milioni di euro dedicati alla prima fase di indagine sui depositi naturali. Verranno inoltre offerte una serie di indicazioni agli investitori italiani ed esteri sulla disponibilità di materie prime presenti
Quattordici progetti, in undici regioni, alla ricerca di materie strategiche come litio, boro, grafite, rame, manganese, fluorite, barite, feldspato, antimonio, tungsteno, titanio. Parte il Programma nazionale di esplorazione mineraria dopo il via libera dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica, con un investimento di 3,5 milioni di euro dedicati alla prima fase di indagine sui depositi naturali. L’obiettivo del governo è la valorizzazione delle proprie risorse minerarie, in un’ottica moderna, con riferimento al paniere di materie prime critiche e strategiche individuate dalla Commissione Europea.
Il Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria
Coinvolte regioni-chiave come Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Sardegna, alle quali si aggiunge la mappatura nazionale dei depositi dei rifiuti estrattivi prevista dal progetto Pnrr Urbes. Il programma verrà messo in pratica dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dal ministero delle Imprese e del Made in Italy con il Servizio Geologico d’Italia di Ispra. Verranno inoltre offerte una serie di indicazioni agli investitori italiani ed esteri sulla disponibilità di materie prime presenti.
In una prima fase saranno effettuate indagini non invasive, come l’analisi di telerilevate, rilievi geologici, geochimici e geofisici, anche con l’uso di sensori aviotrasportati. In secondo luogo verranno utilizzate nuove tecnologie come la radiografia muonica tramite particelle cosmiche, e software di intelligenza artificiale per la gestione dei dati acquisiti. I sondaggi esplorativi saranno programmati nelle fasi successive e solo dopo il via libera da parte delle valutazioni ambientali.
La strategia del governo
Secondo l’Ispra l’estrazione di minerali metalliferi, che rappresentano la maggior parte dei materiali critici, ha interessato in Italia circa 900 siti ed è attualmente inesistente. Al momento non vengono estratti Critical Raw Materials metallici e per la loro fornitura il nostro Paese è totalmente dipendente dai mercati esteri. Questa la ragione per cui il governo ha inteso intervenire in tale contesto. Da tempo il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva lanciato l’allarme sulle catene di approvvigionamento dei minerali critici con la possibilità di estrarre elementi utili a realizzare chip, semiconduttori, pannelli solari, impianti eolici. Secondo il ministro di Fdi, è fondamentale riflettere sulle riserve di litio per i prossimi trent’anni, ovvero come procurarsele, come difenderle senza dimenticare i giacimenti del futuro, “che sono quelli sottomarini, dove un solo giacimento ha magari 7mila volte tutto il materiale che c’è su tutta la terra”.
Il governo tramite il decreto legge 84/2024, recante “Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico”, ha inteso inserire all’interno dell’ordinamento giuridico italiano le prime misure di attuazione della strategia europea con due azioni: la creazione di un Registro Nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche, per monitorare i flussi di materie; e la raccolta dei dati imprescindibili per la stima del fabbisogno nazionale. Al momento in Italia sono attive 76 miniere di cui 22 sono quelle che l’Ue ha inserito nella propria lista di materie prime critiche come quelle di feldspato e fluorite.
La scorsa primavera, infatti, e per la prima volta, la Commissione Ue ha avallato 47 progetti strategici per potenziare le capacità nazionali di materie prime strategiche. Il vantaggio è duplice, perché da un lato si rafforza finalmente la filiera europea delle materie prime diversificando le fonti di approvvigionamento, dall’altro si accresce la “voce geopolitica” dell’Ue che così può programmare azioni industriali slegate dalla dipendenza esterna.
I commenti
“Le materie prime critiche sono fondamentali per il futuro industriale dell’Europa e per la sicurezza degli approvvigionamenti” – ha osservato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – Con il Programma Nazionale di Esplorazione, l’Italia si dota di uno strumento moderno e trasparente per conoscere e valorizzare il proprio potenziale minerario, nel pieno rispetto dell’ambiente. È un passo strategico verso un’economia piu’ autonoma, resiliente e sostenibile”. Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso il programma “rappresenta un passaggio fondamentale per rilanciare il settore minerario italiano e contribuire concretamente alla sovranità industriale ed energetica del Paese, non esistono decarbonizzazione, innovazione e futuro industriale senza l’accesso sicuro a queste risorse. Stiamo lavorando per costruire un’Italia più autonoma, competitiva e protagonista in Europa e nel mondo”.