Il Giappone firma con il Canada un accordo per lo scambio di informazioni classificate, rafforzando la cooperazione di sicurezza e compiendo un ulteriore passo verso l’integrazione con l’alleanza di intelligence Five Eyes. Ma il percorso resta complesso, tra sfide tecniche, ostacoli politici e l’irritazione di Pechino
Il Giappone ha compiuto un nuovo passo nella sua strategia di avvicinamento all’alleanza di intelligence Five Eyes, firmando con il Canada un accordo bilaterale per la condivisione di informazioni classificate. L’intesa, sottoscritta martedì a Tokyo dal ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya e dalla sua omologa canadese Anita Anand, mira a facilitare gli scambi di dati sensibili in ambito di sicurezza nazionale e a rafforzare la cooperazione tra i due Paesi nel contesto geopolitico sempre più instabile dell’Indo-Pacifico.
L’accordo, denominato Security of Information Agreement (SIA), ha un valore strategico significativo. Regola la gestione, l’archiviazione e la distruzione delle informazioni classificate, gettando le basi per una collaborazione più profonda anche nei settori industriali della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza cibernetica. Si tratta di un’intesa giuridicamente vincolante, che attende ora la ratifica parlamentare, e che secondo le dichiarazioni dei due ministri rappresenta “un passo critico” per rafforzare una partnership già consolidata dalla firma di un piano d’azione bilaterale nel 2022.
L’intesa si inserisce in una strategia più ampia del Giappone, che ha già siglato accordi simili con Stati Uniti, Regno Unito e Australia — tutti membri del gruppo Five Eyes, assieme a Canada e Nuova Zelanda. Tokyo, infatti, ambisce da tempo a diventare il sesto membro ufficiale dell’alleanza, come dimostrato anche dall’incontro ospitato nella capitale giapponese lo scorso novembre, primo vertice del gruppo tenuto in un Paese non membro.
Un incontro che aveva scatenato la dura reazione di Pechino. Il Global Times, megafono in lingua inglese del Partito comunista cinese, ha criticato aspramente le ambizioni giapponesi, definendo Tokyo un “outsider” e accusando i Five Eyes di voler strumentalizzare il Giappone per fini egemonici.
La crescente assertività cinese nell’Indo-Pacifico è proprio la principale ragione strategica per l’integrazione del Giappone nei Five Eyes. Tuttavia Tokyo deve ancora adeguarsi su alcuni fronti: la certificazione del personale, le gerarchie di classificazione delle informazioni e le procedure operative per la condivisione dei dati. Negli ultimi anni, il Giappone ha compiuto importanti progressi in questi settori, inclusa la proposta di un sistema di security clearance e il rafforzamento della sicurezza informatica. Ma l’adesione formale al gruppo resta complessa, sia per ragioni tecniche che per il carattere esclusivamente anglosassone del club, come spiegavamo tempo fa.
Intanto, la cooperazione tra Tokyo e Ottawa si intensifica anche sul piano energetico, con l’avvio delle importazioni su larga scala di gas naturale liquefatto canadese da parte del settore privato giapponese. A livello militare, si prospetta a breve la firma di un accordo bilaterale sulla difesa e il trasferimento di tecnologie militari.