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Intesa corre ancora e vede utili oltre 9 miliardi a fine anno

La banca guidata da Carlo Messina archivia i primi sei mesi dell’anno con profitti a 5,2 miliardi, in crescita del 9,4% e battendo le attese degli analisti. A novembre dividendi agli azionisti per 3,2 miliardi. E il titolo si infiamma in Borsa

Intesa Sanpaolo chiude un altro bilancio con conti decisamente in ottima salute. La banca guidata da Carlo Messina ha chiuso il primo semestre 2025 con un utile netto in crescita del 9,4% a 5,2 miliardi, dai 4,7 del primo semestre 2024, battendo le attese degli analisti.

Numeri che, oltre che a provocare lo strappo del titolo in Borsa (+2,2% subito dopo la diffusione dei conti) hanno impattato sulla remunerazione degli azionisti, tanto che da Intesa hanno sottolineato un significativo ritorno cash per i soci: circa 3,7 miliardi di dividendi maturati nel semestre (di cui circa 3,2 miliardi previsti come acconto dividendi da distribuire nel prossimo novembre), che si aggiungono al buyback pari a 2 miliardi di euro avviato a giugno 2025. Quanto alla guidance, e questa è un’altra buona notizia, Intesa ha migliorato la previsione di un utile netto per il 2025 a ben oltre 9 miliardi includendo le azioni gestionali nel quarto trimestre dell’anno per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo.

“Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati raggiunti nel primo semestre del 2025: Intesa vede consolidarsi un ruolo unico tra le grandi banche europee, essendo in grado di assicurare un Roe (Return on equity, ndr) del 20%, con uno dei più elevati shareholder returns in combinazione con la promozione di un programma dalla vasta portata volto alla riduzione delle ineguaglianze e al supporto delle persone in maggiore difficoltà”, ha rivendicato lo stesso Messina. “Il primo semestre chiude con un utile netto di 5,2 miliardi, il miglior semestre di sempre. Ricavi, commissioni e attività assicurativa hanno raggiunto livelli record. Per il 2025 ci attendiamo un utile netto di ben oltre i 9 miliardi di euro, grazie al forte potenziale di crescita organica della banca”.

A questo punto, per stessa ammissione della banca, il piano industriale è “prossimo al completamento”. In particolare, viene segnata una forte riduzione del profilo di rischio, con un conseguente taglio del costo del rischio, sotto forma di forte deleveraging, con una diminuzione di 5,4 miliardi di euro dello stock di crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche, tra il 2022 e il primo semestre 2025, riducendo l’incidenza dei crediti deteriorati al netto delle rettifiche sui crediti complessivi all’1%.

C’è da dire, tornando al semestre, che Intesa è reduce da un 2024 record (8,7 miliardi di utili) e nel primo trimestre ha continuato a macinare profitti, nonostante il contesto di tassi di interesse più bassi, andando a trovare contromisure al calo del margine d’interesse netto. Nei primi tre mesi dell’anno, tanto per dare un’idea, ha registrato il miglior risultato netto trimestrale di sempre, 2,6 miliardi, che corrisponde a un Roe (Return on equity) annualizzato pari al 20%, confermando le previsioni di un utile netto per il 2025 a ben oltre 9 miliardi. Previsione confermata.


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