Cina e Russia riprendono le esercitazioni navali congiunte nel Pacifico, dando il via all’edizione 2025 di “Joint Sea” nelle acque vicine a Vladivostok. L’annuncio arriva mentre gli Stati Uniti conducono un’imponente esercitazione nella regione assieme a Paesi alleati
La prossima settimana Pechino e Mosca torneranno ad esercitarsi assieme nel Pacifico. A dare l’annuncio dello svolgimento delle manovre congiunte, denominate Joint Sea 2025, è stato il portavoce del ministero della Difesa cinese Zhang Xiaogang ha dichiarato che l’esercitazione si svolgerà nei cieli e nei mari vicino alla città portuale russa di Vladivostok, dove si trova la base della Tichookeanskij Flot (la Flotta del Pacifico di Mosca). L’anno scorso l’esercitazione si è svolta nel tratto di mare del Mar Cinese Meridionale al largo della costa sud della Repubblica Popolare. Subito dopo lo svolgimento di queste manovre verranno condotti anche dei pattugliamenti congiunti tra le flotte dei due Paesi.
Nel suo briefing, il plenipotenziario cinese ha specificato che “si tratta di un accordo [raggiunto] nell’ambito del piano di cooperazione annuale tra le forze armate cinesi e russe. Non è rivolto a terzi né è correlato all’attuale situazione internazionale e regionale”. Tuttavia, Zhang ha criticato le esercitazioni in corso che l’aviazione militare statunitense sta conducendo con il Giappone e altri Paesi partner nel quadrante del Pacifico occidentale: “Gli Stati Uniti stanno mostrando ciecamente i muscoli nella regione Asia-Pacifico e stanno cercando di utilizzare le esercitazioni militari come pretesto per coalizzarsi, intimidire e fare pressione su altri paesi, minando la pace e la stabilità nella regione”, ha affermato Zhang.
L’annuncio giunge mentre l’aeronautica militare statunitense è impegnata in “Resolute Force Pacific 2025”, una maxi-esercitazione in corso dal 10 luglio all’8 agosto tra Hawaii, Guam, Giappone e spazio aereo internazionale. Definita dalla stessa U.S. Air Force come la “più grande esercitazione di combattimento nella regione”, l’attività coinvolge oltre 400 velivoli e 12.000 militari provenienti dagli Stati Uniti e da Paesi alleati come Giappone e Australia.
Poche settimane fa, il ministero della Difesa giapponese aveva rilasciato un report dove veniva sottolineato come l’attività militare di Pechino rappresentasse la più grande sfida strategica per Tokyo, sottolineando in particolare le dinamiche legate alla cooperazione sino-russa. Cooperazione che si è fatta sempre più forte negli ultimi anni, sia per il rifornimento da parte di Pechino a Mosca di materiali dal carattere più o meno marcatamente militare, sia per la conduzione di esercitazioni congiunte, tanto sulla terra che in mare.
Nelle manovre marittime che hanno visto coinvolte assieme le flotte dei due Stati emerge una particolare interesse verso la regione artica, che a sua volta si colloca in una più ampia collaborazione tra i due attori in relazione al Polo Nord, area la cui valenza strategica è (a ragione) considerata prioritaria sia dal Cremlino che da Zhongnanhai.