Un’unità delle forze speciali ucraine ha colpito un aeroporto militare russo nella regione di Voronezh, sede di cacciabombardieri impiegati nei raid su obiettivi civili. Nella stessa notte, la Russia ha lanciato più di 300 droni sull’Ucraina. Sullo sfondo, una telefonata “produttiva” Zelensky-Trump e una nuova fase della guerra
Un nuovo attacco mirato dell’Ucraina in territorio russo ha colpito l’aeroporto militare di Borisoglebsk, nella regione di Voronezh, dove sono basati alcuni dei caccia russi impiegati nei bombardamenti contro infrastrutture ucraine. A riferirlo è lo Stato Maggiore di Kyiv, secondo cui il raid – condotto dalle forze per operazioni speciali con l’appoggio di altri reparti – ha centrato un deposito di bombe guidate, un aereo da addestramento e “probabilmente altri velivoli”.
Il sito colpito ospita velivoli Su-34, Su-35S e Su-30SM, considerati tra i più avanzati nell’arsenale aereo di Mosca. Secondo le forze armate ucraine, l’obiettivo è ridurre la capacità russa di lanciare attacchi a lunga gittata su obiettivi civili. I risultati dell’operazione sono ancora in fase di valutazione. Nessun commento ufficiale è giunto da parte russa.
La risposta di Mosca è arrivata sotto forma di un bombardamento massiccio su tutto il territorio ucraino, con 322 droni e decoy lanciati nella notte. L’Aeronautica ucraina ha fatto sapere di aver abbattuto 157 droni, mentre altri 135 sarebbero andati persi per effetto delle contromisure elettroniche. L’obiettivo principale, secondo Kyiv, era la regione occidentale di Khmelnytskyi, ma non si segnalano vittime o danni gravi.
Secondo il ministero della Difesa russo, sarebbero invece 124 i droni ucraini abbattuti nelle ultime ore. A Engels, nella regione di Saratov, 25 appartamenti sono stati danneggiati da detriti di droni intercettati.
La nuova ondata di attacchi arriva in un momento diplomaticamente delicato. Venerdì, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con l’ex presidente americano Donald Trump, definito “molto importante e produttivo”. I due leader hanno discusso del rafforzamento delle difese aeree di Kyiv, della possibile cooperazione nella produzione di armi e degli sforzi per porre fine alla guerra. Trump ha mantenuto cautela: “Non so se si riuscirà a porre fine alla guerra, non posso dirlo”.
Intanto, gli aiuti americani rallentano. Washington ha sospeso alcune forniture militari, incluse componenti fondamentali per la difesa antiaerea. L’Ucraina guarda ora all’Europa per colmare il vuoto. Zelensky insiste sulla necessità di potenziare la produzione interna di armamenti, ma riconosce che serviranno tempo e risorse.
Con l’arrivo dell’estate, la guerra entra dunque in una nuova fase, fatta di attacchi profondi, guerra elettronica e manovre diplomatiche parallele.
(Foto: Stato Maggiore ucraino)