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Il raid in Crimea rivela una nuova fase del drone warfare ucraino

Nella notte tra l’1 e il 2 luglio l’Ucraina ha colpito un radar russo Nebo-M in Crimea usando per la prima volta un drone bombardiere lanciato da una piattaforma navale senza equipaggio, segnando un nuovo traguardo nell’impiego di sistemi unmanned

Un nuovo tassello si aggiunge al processo di adattamento e di sperimentazione sull’impiego di sistemi unmanned nel conflitto in Ucraina. Nella notte tra l’1 e il 2 luglio, le Forze di Difesa Meridionali ucraine hanno dichiarato di aver condotto “un’operazione speciale brillante e ad alta precisione” utilizzando un drone navale (Usv) come piattaforma di lancio per un “drone bombardiere” cha ha attaccato un sistema radar russo Nebo-M, distruggendone alcune componenti fondamentali. Un video di poco più di un minuto diffuso su X dal Ministero della Difesa ucraino sembra confermare le dichiarazioni dei vertici militari di Kyiv.

Non è la prima volta che delle piattaforme navali senza equipaggio vengono utilizzate dall’ucraina per trasportare dei droni aerei; tuttavia, in questo genere di operazioni erano fino ad ora stati impiegati soltanto droni First-Person-View (Fpv) e non sistemi più complessi come quello visibile nelle immagini, presumibilmente un drone bombardiere soprannominato “Baba Yaga” dalle forze di Mosca.  Il ricorso a questo particolare tipo di impiego superare alcune limitazioni dei droni Fpv, aumentando il raggio operativo, la precisione e la potenza dei carichi offensivi, grazie anche alla possibilità di effettuare più attacchi con un solo drone.

Il controllo di questi droni multipiattaforma si basa su un’infrastruttura comunicativa avanzata, che integra sistemi satellitari a bordo degli Usv e collegamenti radio diretti tra drone marino e drone aereo, consentendo operazioni in tempo reale da remoto.

Il sistema Nebo-M, preso di mira nell’ultimo raid, è uno dei radar più avanzati in dotazione alla Russia. La distruzione della postazione presa di mira in questo attacco, sita all’estremità occidentale della penisola di Crimea. apre nuove falle nel sistema difensivo russo, in particolare nell’area nord-occidentale del Mar Nero, rendendo più vulnerabili le forze di Mosca a futuri attacchi a lungo raggio con missili Storm Shadow e Scalp, ma anche con nuovi attacchi condotti con droni (kamikaze e non).

Non sono disponibili dati su quanti Usv siano attualmente equipaggiati per lanciare droni bombardieri, ma l’efficacia dell’ultima operazione lascia intendere che Kyiv potrebbe intensificare ulteriormente l’uso di queste piattaforme asimmetriche, che moltiplicano il potere d’attacco in profondità senza mettere a rischio personale umano.

Nel frattempo Kyiv continua a sfruttare i propri Usv per condurre anche attacchi più “classici” e meno complessi. Risale a poche ore fa la notizia di un attacco condotto con Usv kamikaze contro alcune navi della flotta del Mar Nero ancorate nel porto di Novorossiysk, notizia non ancora confermata dalle autorità ucraine, così come non confermata è l’entità dei danni riportata dai vascelli del Crmelino.


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