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Dai Balcani passa il futuro dell’Europa. L’intesa Roma-Belgrado secondo Loperfido (FdI)

Il governo Meloni lavora “per quella che la premier ha definito riunificazione balcanica”, spiega Emanuele Loperfido, deputato di Fratelli d’Italia e segretario della commissione Difesa, a Formiche.net. Il risultato sarà, aggiunge, “il rafforzamento dell’europeismo anche nella cintura orientale dell’Ue” e poter “raccogliere i frutti di politiche comuni alla voce sicurezza, lotta all’immigrazione clandestina, difesa, energia”

Nei Balcani, dice a Formiche.net il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Loperfido, segretario della commissione Difesa della Camera, sta andando in scena lo schema che Giorgia Meloni ha applicato ad altri dossier parimenti strategici come Piano Mattei, fronte Sud, nuove interconnessioni: ovvero il metodo dell’analisi, che prima individua obiettivi ed esigenze e in seguito programma azioni ed iniziative. L’occasione della visita-lampo della premier a Belgrado è utile per fare il punto delle politiche italiane ed europee nella cosiddetta “riunificazione balcanica”, accanto al concetto di Italia globale su cui Palazzo Chigi ha scommesso.

Quali vantaggi ha l’Italia da una maggiore cooperazione con la Serbia?

Moltissimi. Il colloquio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente serbo Aleksandar Vucic lo dimostra una volta di più. Non solo è stato come sempre cordiale ma anche sostanziale, perché conferma la solidità del partenariato strategico tra le due nazioni e rafforza oltremodo il ruolo del nostro Paese come interlocutore credibile e autorevole nei Balcani.

La partecipazione italiana all’Expo 2027 di Belgrado come si lega al tema della cooperazione?

Sarà una grande occasione anche di cooperazione, movimentando risorse, mezzi, strumenti, business: si tratta di un’occasione strategica per promuovere la cooperazione economica, culturale e infrastrutturale tra i nostri Paesi e rappresenterà anche un’opportunità per il Friuli Venezia Giulia che, grazie alla sua posizione geografica, alle sue competenze logistiche e alla sua vocazione internazionale, potrà recitare un ruolo.

L’integrazione europea dei Balcani come può essere positivamente influenzata dall’Italia?

Il governo Meloni, sin dal suo insediamento, ha messo nero su bianco un obiettivo strategico: lavorare per quella che la premier ha definito “riunificazione balcanica”, con due grandi dividendi. Il primo tocca il rafforzamento dell’europeismo anche nella cintura orientale dell’Ue. Il secondo, raccogliere i frutti di politiche comuni alla voce sicurezza, lotta all’immigrazione clandestina, difesa, energia. L’azione del Governo Meloni, direzionata in questo senso, lo dimostra ampiamente, così come riconosciuto da molte testate internazionali.

Dai Balcani al Piano Mattei, passando per l’Indo-Pacifico: come l’Italia ha trasformato la propria politica estera su quadranti rilevanti dello scacchiere internazionale?

Il metodo è identico: studiare le priorità, darsi degli obiettivi primari, programmare le iniziative. Il governo lo ha fatto da subito. Penso al Piano Mattei per l’Africa, che si inserisce in un vuoto lasciato da Ue e Francia; penso alle nuove interconnessioni infrastrutturali come il corridoio Scandinavo-Mediterraneo che si legherà al Ponte sullo Stretto; penso alle alleanze che il governo Meloni ha rafforzato con soggetti assolutamente peculiari, come India, Giappone e Paesi dell’Asia centrale, mostrando una oggettiva lungimiranza. Senza tralasciare il fatto che, proprio la postura italiana, ha costretto l’Ue a cambiare rotta: lo ha fatto sui migranti, con le visite strutturate in Tunisia ed Egitto, mentre sino al 2022 l’Italia era lasciata sola con la Grecia a farsi carico del dossier migranti. La verità è che lo schema nel Vecchio continente è cambiato grazie all’Italia, che si sta facendo globale.


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