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Conte, l’egemone della sinistra a cui manca la visione. Il commento di Sisci

Conte, ormai dominante rispetto a Elly Schlein nell’egemonia culturale della sinistra, per restare al potere dopo averlo preso dovrebbe trasformarsi caratterialmente: prendere una linea e seguirla. Ma si può cambiare personalità e carattere a 61 anni? Il commento di Francesco Sisci

C’è una grande vera novità a sinistra: il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte ha vinto l’egemonia culturale da quella parte. Il Pd, infatti, insegue i temi del M5S oppure resta silenzioso, così le voci storiche di Luigi Zanda o Arturo Parisi rimangono isolate e senza eco. La segretaria del Pd Elly Schlein ha distrutto la vecchia forza del Pd – la sua classe dirigente. Schlein in teoria potrebbe riottenere una “egemonia” della sinistra se si fa seria o si fa più Masaniello di Conte. In mezzo al guado lei è semplice portatrice d’acqua al mulino pentastellato, come ha notato Stefano Folli giorni fa.

A questo punto Schlein e il Pd non servono più, però. Conte e il suo M5S hanno vinto da quella parte quindi meglio parlare direttamente con loro. Ma cosa è questo movimento? Il M5S è senza regole o morali. Agita i fantasmi peggiori, solletica gli istinti più bassi – prendere soldi senza lavorare o aiuti senza garanzie. Esso mente e nega affermazioni e posizioni del passato. Quindi è sempre pronto a fare nuovi patti, prendere nuove posizioni sulla base delle piccole convenienze del momento. È un carpe diem della politica perché “del doman non v’è certezza chi vuol essere lieto sia”.
Così si tiene tutti sulla corda senza scopo, solo per nevrotizzare il Paese e così cercare di conquistare il potere con i numeri sempre minori dei prossimi votanti.

È la strategia del potere per il potere, ma per andare dove? Come può finire? È la strategia della cicala. Solletica le corde profonde del Paese: gli italiani cicaloni, vitelloni, eterni adolescenti, come direbbe lo psichiatra Narciso Mostarda.
In politica, come in guerra o in amore, non c’è da fare gli schizzinosi. Conte ha imbroccato l’industria del voto. Ma dopo avere ottenuto il potere deve darsi un pensiero, perché le regole per mantenere il potere sono diverse da quelle per ottenerle.

Masaniello può prendere il potere, ma per conservarlo deve trasformarsi in altro. Una nevrosi, come una rivoluzione, può conquistare il Palazzo. Ma per restarci bisogna poi governare, o si viene cacciati, come è successo a Conte deposto da premier perché invece di dare soluzioni creava psicosi. Quindi Conte e la sua scudiera Elly Schlein che vogliono per il governo davvero?

Anche il presidente americano Donald Trump ha mosso e muove pedine di nevrosi collettive, ma dietro c’è un progetto che può piacere o meno, ma è poderoso. La Heritage Foundation ha dettagliato un piano di trasformazione dell’America. C’è un piano di trasformazione dell’Italia in tasca a Conte?

Silvio Berlusconi il primo forse al mondo a portare nella politica i modi dello spettacolo, aveva dietro una grande squadra. Essi potevano piacere o meno, ma erano persone di grande qualità. Con grande brutalità si potrebbe dire che il piano di Berlusconi era fare affari per sé e l’Italia. Il piano Trump è rimarcare la grandezza degli Usa. Qual è il piano Conte? La realtà, in questa Italia allo sbando, è che se Conte si desse un piano vincerebbe tutto.

Costruire un piano è delicato però. Il punto centrale è la politica estera su cui Conte non è una verginella e dove ha sbagliato tutto – non ne ha presa una giusta nemmeno per caso. La grande forza della premier Giorgia Meloni è che sui due dossier delicati Russia e Israele ha preso e tiene la posizione giusta. Quindi altri sbagli da altre parti non contano.
La debolezza vera di Conte è che su questi dossier vaga, e quindi promette le politiche dei suoi governi passati – abbracci e baci a tutti, in barba a paletti Nato o Ue. Senza un riallineamento vero sugli esteri Conte o Schlein rimarranno al palo, perché gli Italiani fanno chiasso, ma poi sanno da che parte conviene stare.

Infine, il fattore umano Elly Schlein, 40 anni, è una paracadutata nell’alta politica, come tanti negli ultimi anni. Ma finora non si è distinta per enorme furbizia tattica, cosa che invece ha dato il successo ai suoi colleghi, anzi. È appunto sempre andata al traino di Conte.

Conte invece per restare al potere, dopo averlo preso, dovrebbe trasformarsi caratterialmente: prendere una linea e seguirla. Ma si può cambiare personalità e carattere a 61 anni?


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