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Due fronti esterni e una crisi interna. I dilemmi dell’Italia secondo Sisci

La mancanza di visione nazionale di maggioranza e opposizione, il puro opportunismo politico dei patti elettorali stanno sbriciolando il Paese. Comprensibile che la Ue o la Nato con due guerre in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, e uno scontro in fieri con la Cina, non abbiano tempo di interessarsi all’Italia. Ma per la Chiesa il fallimento progressivo dell’Italia può creare un vuoto proprio nel suo punto di leva per sollevare il mondo, Roma. Qui interessi della Chiesa e di una politica intelligente in Italia in realtà vanno di pari passo. L’analisi di Francesco Sisci

Sull’Italia incombono due problemi di politica estera separati ma convergenti. Il primo è la mancata unità politica dell’Europa, che non le dà un esercito e produce il paradosso di uno spazio ricchissimo di 500 milioni persone che non riesce a proteggersi da 140 milioni di russi scalcinati con una economia grande quanto la Spagna. Senza unità politica l’Ue può solo chiedere agli Usa di difenderla dalla Russia o piegarsi alla Russia stessa, poiché nel frattempo la Nato non è più quella del passato e non si sa cosa sia.

Naturalmente c’è una preoccupazione legittima che una Ue politicamente unita si schieri contro l’America, ma questo non è una conclusione necessaria, anzi. L’Ue, invenzione americana, per vivere ha bisogno di più non di meno interesse e sostegno politico americano.

Il secondo problema è gemello ed è più generale dell’alleanza intorno all’America, che ha retto una rete di Paesi per 80 anni. Ci sono il Giappone, la Corea e il Regno Unito che si sentono minacciati dalla Russia e dalla nuova “assenza” americana. Tra questi Londra potrebbe unirsi in teoria alla Ue. Il Giappone e Corea no, ma essi sono egualmente interessati alla minaccia russa. Mosca sta armando di tecnologia la Corea del Nord e il Giappone non ha mai firmato un trattato di pace con la Russia dopo la Seconda guerra mondiale.

Su entrambi i fronti il governo di Roma glissa. Sono temi molto delicati e affrontarli con gli alleati alla Nato, nella Ue o con vulcanico presidente Usa Donald Trump non è facile. Ma è cruciale e urgente per il Paese.

In una intervista a Domani Luigi Zanda, quasi da leader morale di una Italia politicamente molto debole, denuncia il pericoloso depotenziamento della Nato e sottolinea che gli equilibri di Yalta non ci sono più. Ma a Yalta, otto decenni fa, l’America rifece l’Italia a partire dal Vaticano e dal suo braccio secolare la Dc. Gli inglesi volevano la spartizione della penisola otto decenni dopo la proclamazione del Regno d’Italia. Oggi con la fine di Yalta e senza un nuovo patto politico internazionale, l’unità politica d’Italia torna in pericolo.

Nell’800 l’Italia unita era cruciale per limitare ed eliminare il potere del Sacro Romano impero e dello stato pontificio, assi degli equilibri europei per un millennio. Nel ‘900 l’unità d’Italia serviva a frenare e fermare l’avanzata dei sovietici e dei loro alleati. Oggi l’Italia politica perde senso se non si dà senso da sé. Zanda suggerisce che senza un’opposizione forte poi c’è un governo debole. E l’opposizione del Pd si sta sbriciolando perché “senza confronto politico interno non c’è unità, ci sono solo opportunismo e tattica”.

L’unico soggetto politico vero che ha bisogno di una Italia unita è la Chiesa. Senza l’Italia unita la Chiesa potrebbe dovere supplire al caos italiano e si distrae dalla sua missione universalistica, importante oggi più che mai. Difficile chiedere al primo papa americano di intervenire per l’unità politica dell’Italia, ma ne va del suo papato.

La mancanza di visione nazionale di maggioranza e opposizione, il puro bieco opportunismo politico dei patti elettorali stanno sbriciolando il Paese. Comprensibile che la Ue o la Nato con due guerre in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, e uno scontro in fieri con la Cina, non abbiano tempo di interessarsi all’Italia.

Ma per la Chiesa il fallimento progressivo dell’Italia può creare un vuoto proprio nel suo punto di leva per sollevare il mondo, Roma. Qui interessi della Chiesa e di una politica intelligente in Italia in realtà vanno di pari passo.


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