Skip to main content

Ecco cosa lega l’Indipendenza del 1947 all’India di oggi

Di Vas Shenoy

Celebrando lanniversario dell’Indipendenza, lIndia ricorda le sofferenze e i sacrifici del 1947, ma guarda soprattutto al futuro. La trasformazione in economia dinamica e attore globale testimonia il successo di decenni di riforme e della scelta di non allinearsi rigidamente.

Il 15 agosto 1947 lIndia ottenne lindipendenza dal Regno Unito, sancita dallIndian Independence Act, che pose fine al raj britannico e creò due dominion: India e Pakistan. Quella data rappresenta lindipendenza di fatto e di diritto; oggi, nel 2025, Nuova Delhi mira a dimostrare di possedere anche una piena indipendenza strategica in un mondo sempre più orientato verso il multipolarismo e lIndia intende essere uno di quei poli. Il gesto simbolico dellammainare la Union Jack e il discorso Tryst with Destinydi Jawaharlal Nehru, pronunciato mentre il Paese celebrava tra le ferite della Partition, restano icone di una lotta lunga e complessa, guidata da Gandhi e dal Congresso Nazionale Indiano attraverso campagne di disobbedienza civile come la Salt March e il Quit India.

Nei decenni successivi, lIndia ha costruito solide istituzioni democratiche, mantenendo il pluralismo e lalternanza politica; ha superato le carestie con la Green Revolution negli anni 70; ha aperto leconomia con le riforme del 1991, diventando un polo globale per i servizi informatici; e ha guidato il Movimento dei Non Allineati. Oggi, progetti come Digital India e la piattaforma Unified Payments Interface (UPI), con miliardi di transazioni mensili, insieme alla capacità di produrre e distribuire vaccini in tutto il mondo, mostrano un Paese che vuole coniugare sviluppo interno e proiezione globale, rafforzando la propria autonomia nelle scelte strategiche.

Nel 2025 lIndia è la economia in più rapida crescita al mondo. Secondo la Banca Mondiale, nonostante le turbolenze internazionali, il Pil è aumentato dell8,2 % nel 2023/24 grazie agli investimenti pubblici in infrastrutture e al dinamismo della manifattura e dei servizi. Le riserve valutarie hanno raggiunto l’«alltime high» di 670,1 miliardi di dollari nellagosto 2024. La piattaforma GIS Reports descrive lIndia come la più grande economia emergente, con un Pil di 4 mila miliardi di dollari, il quarto esercito più potente al mondo e un mercato interno di 600 milioni di lavoratori con età media di 29 anni.

Nel decennio scorso lIndia è passata dal gruppo delle Fragile Fivealle prime cinque economie mondiali: lindice globale dellinnovazione la vede salire dall81ª posizione nel 2015 alla 39ª nel 2024. Nel 2024 la piattaforma di pagamento UPI ha elaborato transazioni per 279,4 miliardi di dollari in un solo mese; il settore della difesa ha visto crescere la produzione del 174 % e le esportazioni di oltre 30 volte. LIndia è inoltre promotrice dellInternational Solar Alliance, con 119 paesi firmatari e 99 ratifiche nel 2024, e ha giocato un ruolo centrale nel G20 ospitato a Nuova Delhi nel 2023.

Gli stati Uniti e i partner occidentali la considerano cruciale per bilanciare la crescita cinese, mentre lIndia partecipa anche a fori alternativi come BRICS e Shanghai Cooperation Organization (Sco) dimostrazione di come quella indipendenza sia di fatto parte della strategia del paese.

Sin dalla guerra fredda lIndia ha seguito una dottrina di autonomia strategica: evitare alleanze rigide per mantenere libertà decisionale. Questa tradizione continua nellera multipolare. La stessa fonte sottolinea che Nuova Delhi partecipa a fori minilaterali come il Quad (IndiaUSAGiapponeAustralia) e lI2U2 (IndiaIsraeleEAUUSA) ma rimane attiva in BRICS e Sco. Lobiettivo è “ingaggiare lAmerica, gestire la Cina, coltivare lEuropa, rassicurare la Russia, coinvolgere il Giappone, allargare il vicinato ed espandere le tradizionali costituency di sostegno, come ha scritto il ministro degli Esteri Subrahmanyam Jaishankar.

Il ritorno di Donald Trump per un secondo mandato alla presidenza statunitense nel gennaio 2025 ha inaugurato una fase turbolenta nelle relazioni con lIndia. La Casa Bianca ha annunciato a luglio la reintroduzione di tariffe del 25% sullacciaio e del 50% sullacciaio indiano a giugno, criticando Delhi come grande abusatrice di tariffe. Il 7 agosto Washington ha annunciato un nuovo dazio del 25% sullIndia come punizione per lacquisto di petrolio russo, portando laliquota totale al 50%. Secondo Brookings, questo annuncio rischia di far deragliareuna partnership finora cooperativa, scatenando una forte reazione pubblica in India e lasciando perplessi molti ex responsabili politici americani. Trump colloca lIndia tra i pochi paesi con laliquota più elevata dei suoi dazi, determinando il momento peggiorenelle relazioni bilaterali da anni.

Secondo Asia Society, il governo indiano ha tuttavia cercato di rimediare, no panic” è il messaggio diplomatico, mentre ha abbassato alcune tariffe su prodotti statunitensi (dalle motociclette HarleyDavidson al bourbon), puntando a chiudere un accordo commerciale bilaterale entro lanno. Il primo ministro Narendra Modi ha fatto in modo di avviare consultazioni diplomatiche e diversificare gli sbocchi verso Asia, Unione europea e Africa, firmando un accordo di libero scambio con il Regno Unito e avviando un dialogo strategico con lUE. Parallelamente ha notificato al WTO la possibilità di applicare dazi di ritorsione per 7,6 miliardi di dollari e sta costruendo coalizioni con altri paesi colpiti dai dazi americani. Tuttavia lIndia evita lescalation, consapevole dellimportanza della cooperazione difensiva e dellimpegno congiunto nellIndoPacifico.

Per affrontare lincertezza creata da Washington, lIndia punta sulla multiallineamento: impegnarsi con più potenze senza legarsi a una sola. Pur sotto pressione dallamministrazione Trump, lIndia resta un partner essenziale nella strategia indopacifica degli Stati Uniti, ma continua a mantenere legami con la Russia non a caso il primo ministro indiano è stato tra i leader sentiti da Vladimir Putin prima dellincontro odierno con Donald Trump e pianifica contatti diretti tra Modi e il leader cinese, Xi Jinping. Lautonomia strategica consente a Nuova Delhi di cooperare in modo vasto; la forza economica di essere ascoltata; lo sviluppo tecnologico di essere futuribile; la potenza demografica di essere credibile. La recente adesione dellUnione Africana al G20, promossa dallIndia, e lorganizzazione del Voice of Global South Summit dimostrano inoltre la volontà di porsi come ponte fra Nord e Sud Globale, una dimensione su cui Nuova Delhi scommette particolarmente.

Alla dimensione multilaterale si affianca inevitabilmente limpegno indiano per costruire nuove rotte commerciali e logistiche che riducano la dipendenza dalle vie tradizionali controllate da altre potenze. Tra le principali iniziative infrastrutturali, lIndia punta sullIMEC, corridoio lanciato al G20 di Nuova Delhi nel 2023 insieme a Stati Uniti, Arabia Saudita, Emirati e UE, che collegherà il Paese al Mediterraneo via Golfo Persico, riducendo tempi e costi rispetto alla rotta di Suez e offrendo unalternativa alla Belt and Road cinese. Già nel 2024 Nuova Delhi e Abu Dhabi hanno avviato un corridoio digitalee modernizzato porti, con scambi in crescita. Parallelamente, lIndia investe nel Corridoio Internazionale NordSud (INSTC), creato nel 2000 con Iran e Russia, che collega Mumbai al Caspio e allEuropa e integra il porto iraniano di Chabahar, riducendo di un terzo tempi e costi di trasporto. LIndia sostiene anche i suo interessi nel corridoio Zangezur, che dopo laccordo trumpiano tra Azerbaigian e Armenia potrebbe avere una nuova fase di centralità, che Nuova Delhi vuole evitare che intacchi i propri piani.

Questi progetti testimoniano anche che il concetto di indipendenzasi sta trasformando: nel dopoguerra lobiettivo era liberarsi dal colonialismo, oggi è garantire autonomia strategica costruendo reti che riducano la vulnerabilità ai blocchi di altre potenze e diversificando le partnership economiche.

Alla ricerca di sicurezza marittima e prosperità, lIndia ha abbracciato la visione di un IndoPacifico libero e aperto. Lidea di IndoPacificonasce dagli alleati USA e Giappone ma è stata adottata da New Delhi perché la crescente influenza cinese nellOceano Indiano la spinge a proiettarsi oltre il proprio vicinato. LIndia si definisce pontefra attori diversi e sostiene un ordine basato sul diritto internazionale e sulla libertà di navigazione, ma tiene a precisare che le sue priorità si concentrano più sullOceano Indiano che sul Pacifico.

Ladozione della strategia non significa allineamento automatico con Washington, però: lIndia è stata inizialmente cauta per evitare di essere percepita come strumento di contenimento anticinese e ha insistito nel mantenere la propria autonomia strategica. Oggi Nuova Delhi sostiene i principi di Free and Open IndoPacific e coopera con Stati Uniti, Giappone e Australia nel Quad, mentre rafforza legami con Paesi europei e ASEAN. La geografia la rende un nodo indispensabile per le rotte marine fra Africa, Medio Oriente e Asia orientale, consolidando la sua reputazione di baluardonei free and open spaces.

Lindipendenza del 1947 nacque come lotta per la sovranità e la dignità di un popolo. Oggi, nel 78º anniversario, quelle stesse aspirazioni si traducono nella volontà di essere un attore autonomo in un mondo multipolare. Non a caso, la campagna Atmanirbhar Bharat (India autosufficiente) mira a ridurre le dipendenze esterne e a rafforzare la produzione nazionale, mentre la dottrina della multiallineamento permette di evitare di essere trascinati in conflitti fra grandi potenze.

La crisi con lamministrazione Trump è una cartina di tornasole: Nuova Delhi non vuole farsi dettare la politica estera da Washington né rinunciare ai rapporti energetici con Mosca, ma non intende nemmeno compromettere la cooperazione strategica con gli Stati Uniti. Per questo sceglie la via del dialogo, diversifica i mercati e rafforza i legami con altri partner (UE, Regno Unito, Australia, Medio Oriente). La capacità di tenere botta allo scontro commerciale con gli Stati Uniti può dimostrare quanto lIndia del 2025 sia lontana dallIndia fragile del postindipendenza.

Celebrando lanniversario, lIndia ricorda le sofferenze e i sacrifici del 1947, ma guarda soprattutto al futuro. La trasformazione in economia dinamica e attore globale testimonia il successo di decenni di riforme e della scelta di non allinearsi rigidamente. Tuttavia le sfide restano: disparità sociali, disoccupazione giovanile, transizione energetica e tensioni interne. La capacità di conciliare sviluppo interno e ambizioni globali, difendendo al contempo la propria autonomia strategica, definirà il significato dellindipendenza nellera contemporanea.


×

Iscriviti alla newsletter