Skip to main content

Innovazione, sostenibilità e droni sono il futuro dell’aviazione civile. Parla Di Palma

Il traffico aereo italiano nel 2025 ha toccato un nuovo record, frutto di politiche mirate e di una gestione efficace a seguito della ripartenza post-Covid. Per consolidare questi risultati, l’Ente nazionale per l’aviazione civile intende puntare su sicurezza, innovazione e sostenibilità, portando avanti anche l’integrazione dei droni commerciali nei cieli italiani. Conversazione con Pierluigi Di Palma, presidente di Enac

Il traffico aereo italiano di quest’anno sta registrando numeri da record, con flussi in forte crescita sia per i turisti stranieri sia per i viaggiatori italiani. Il settore dell’aviazione,  se ben governato, può diventare un volano strategico per il Paese. Airpress ne ha parlato con Pierluigi Di Palma, presidente di Enac, alla vigilia del Meeting di Rimini, dove l’agenzia sarà presente con simulatori di volo, realtà virtuale e interventi tematici.  

Presidente, i dati sul traffico aereo italiano di quest’anno sono oltre le aspettative. Come legge questa crescita e quali segnali di trasformazione vede nel settore? 

Credo che questi numeri siano il risultato non solo di un recupero post-Covid, ma anche di politiche ben calibrate e lungimiranti adottate negli ultimi anni. Abbiamo affrontato la ripartenza in modo deciso, parlando di una vera e propria ‘ripartenza rock’ subito dopo il periodo pandemico, in cui siamo stati l’unico paese in Europa ad adottare misure così incisive. In particolare, abbiamo lavorato per non perdere le risorse umane fondamentali negli aeroporti, con interventi mirati di carattere keynesiano da parte del governo. Questo ci ha permesso di mantenere alta la qualità del servizio, riconosciuta e premiata non solo dai turisti stranieri, in particolare dagli Stati Uniti, ma anche dai viaggiatori italiani, che hanno riscoperto molte destinazioni interne, come la Sicilia, registrando flussi di traffico molto rilevanti.

E come è stato gestito il periodo della ripartenza?

Dal punto di vista operativo, naturalmente, il periodo post-pandemia ha comportato alcune difficoltà. Ad esempio, il rinnovo dei contratti dei service provider durante il periodo estivo ha generato disagi e ha richiesto un intervento da parte nostra per distribuire il traffico in modo più equilibrato e per evitare concentrazioni nelle ore di picco. In cinque aeroporti chiave abbiamo ottimizzato i flussi orari, evitando situazioni di sovraffollamento. Inoltre, abbiamo rafforzato i presidi di sicurezza, come a Bergamo, dove i banchi security sono stati raddoppiati.

È vero che ci sono stati ritardi nel 2024, ma questi derivavano principalmente da situazioni europee. Il traffico si concentra soprattutto in Francia a causa della guerra in Ucraina, che ha causato interdizioni su alcune rotte e deviazioni dei voli. Questo genera accumuli di ritardi anche nel nostro Paese, ma nel complesso le performance del sistema italiano restano assolutamente competitive e riconosciute a livello internazionale.

Passando all’innovazione, i droni civili e gli eVtol (velivoli elettrici a decollo verticale) stanno rapidamente entrando nella nostra vita quotidiana, dal trasporto merci ai servizi di soccorso. Recentemente, Enac ha lanciato HyperTwin, una piattaforma digitale che servirà a governare il futuro traffico aereo sulle nostre città. Come sta procedendo l’implementazione di questo servizio?

Abbiamo seguito una politica molto chiara negli ultimi anni, dedicando uno scalo specifico alla sperimentazione dei droni, in particolare a Grottaglie, dove si sviluppa anche l’infrastruttura portuale. Questo ci ha consentito di acquisire un ruolo di leadership nella regolamentazione dei droni, riconosciuto a livello europeo e anche mondiale.

Stiamo procedendo alla certificazione dei droni per la consegna di pacchi, come quelli di Amazon, in parallelo con le certificazioni internazionali già ottenute in America. Per il trasporto passeggeri, la situazione è più complessa, dal momento che l’orografia italiana crea vincoli significativi, ma abbiamo condotto numerose sperimentazioni per anticipare i tempi di integrazione tra droni e aerei tradizionali. Non si tratta solo di sostituire i mezzi convenzionali, ma di creare collegamenti aria-aria funzionali e sicuri, come l’esempio del collegamento elicotteristico da Fiumicino a Urbe, e da lì verso piccoli aeroporti con aerei di nove posti.

Enac sarà presente al Meeting di Rimini con uno spazio dedicato, dotato di simulatori di volo, realtà virtuale e interventi di esperti. Qual è il messaggio che intendete trasmettere al pubblico e quale ruolo vuole avere l’agenzia in questo contesto internazionale?

Riteniamo che il trasporto aereo non sia solo un mezzo di spostamento, ma un vero e proprio ponte materiale tra culture diverse. Con il trasporto aereo è possibile avvicinare persone, superare diffidenze e favorire lo scambio culturale e commerciale, così come lo sport avvicina le persone. Questo messaggio l’abbiamo portato anche davanti a papa Francesco.

Siamo ormai degli abitué del Meeting di Rimini, partecipiamo da anni e consideriamo questo evento non solo un’occasione per presentare le nostre innovazioni tecnologiche, ma anche per confrontarci con un pubblico curioso e attento, fatto di professionisti del settore, studenti e appassionati. Al Meeting far vivere al pubblico esperienze dirette, mostrando come l’aviazione possa essere uno strumento di innovazione, sviluppo e inclusione. Non si tratta solo di tecnologia, ma di un modo per connettere persone, territori e opportunità economiche, con un occhio attento alla sostenibilità e alle nuove forme di mobilità.

La sostenibilità è infatti un tema centrale nell’agenda internazionale dell’aviazione. Quali politiche sta implementando Enac per ridurre l’impatto ambientale del trasporto aereo e quali risultati concreti avete già ottenuto?

Stiamo sviluppando un piano nazionale per conciliare trasporto aereo e ambiente, mirando a una decarbonizzazione completa entro il 2050. È importante sottolineare che, sebbene il trasporto aereo contribuisca all’inquinamento, la sua incidenza è marginale. Circa il 4% dell’impatto totale, di cui solo l’1% per voli infra-comunitari.

Inoltre, il trasporto aereo può sostituire i viaggi su strada e ridurre l’inquinamento complessivo, ad esempio nel settore cargo. Abbiamo già alcuni aeroporti, come Trieste, che arriveranno a zero emissioni ground entro il 2027, grazie a energie alternative e mobilità a idrogeno. Per gli aeromobili, il percorso verso l’utilizzo di Saf (Sustainable aviation fuel) richiede tempi più lunghi, ma la roadmap per il 2050 prevede una totale sostenibilità, con compensazioni e interventi mirati.

Recentemente Enac ha approvato linee guida per consentire il trasporto in cabina anche di animali domestici di taglia media e grande. Quali sono le motivazioni alla base di questa scelta e quanto pensa possa influenzare il settore?

Si tratta di una vera e propria battaglia culturale. La questione non riguarda la sicurezza, ma la compatibilità con gli altri passeggeri. Gli animali domestici, come peraltro suggerito dalla nostra Costituzione, fanno parte della famiglia e vanno trattati come elementi essenziali della società moderna. Cani e altri animali sono già a bordo per supportare persone con disabilità, dimostrando che la loro presenza è compatibile con la sicurezza e il comfort di tutti. Prevediamo un incremento significativo del trasporto di animali in cabina, non in maniera aritmetica ma geometrica. Questo non solo riduce l’abbandono degli animali, ma apre nuove opportunità anche nel turismo. Durante la prossima assemblea dell’Icao (l’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile, ndr.) presenteremo esempi concreti di voli senza problemi con animali a bordo, mostrando che questa scelta è realizzabile, sicura e culturalmente significativa.


×

Iscriviti alla newsletter