Il gruppo tedesco, tra i maggiori produttori di armi nel Vecchio continente, inaugura in Bassa Sassonia uno stabilimento destinato a diventare uno dei più grandi siti al mondo. Proprio nel giorno in cui, da Rimini, Giorgia Meloni ha rilanciato l’indipendenza dell’Europa nel campo della Difesa
Giorgia Meloni lo ha detto chiaro e tondo a Rimini, nel corso del suo acclamato intervento: l’Europa deve alleggerire la sua dipendenza dagli Stati Uniti, specialmente sul versante della Difesa. Non che il Vecchio continente se ne stia con le mani in mano, il problema, come sempre, sono però i soldi. Senza debito comune sarà pressoché impossibile finanziare in toto lo sganciamento dalle forniture americane e la creazione di una reale forza europea, armamenti inclusi. La Germania, per sua fortuna, può tuttavia camminare sulle sue gambe, dal momento i suoi conti pubblici, a cominciare dal deficit in rapporto al Pil, le consentono uno spazio di manovra fino a mille miliardi di euro, interamente o quasi destinati alla spesa militare.
Il meccanismo già si è messo in moto, come dimostra l’inaugurazione da parte di Rheinmetall, uno dei maggiori gruppi al mondo nel campo della difesa, di uno stabilimento in Bassa Sassonia per la produzione di munizioni d’artiglieria e destinato a diventare il più grande in Europa e, secondo l’azienda, persino del mondo. Costruito in 15 mesi, il sito, delle dimensioni di cinque campi da calcio, produrrà entro fine anno fino a 25 mila obici da 155 millimetri, con gittata fino a 40 km. La capacità aumenterà progressivamente fino a 350 mila unità annue entro il 2027. Oltre agli obici, dal prossimo anno saranno poi realizzati anche motori per razzi.
L’investimento supera i 500 milioni di euro e porterà alla creazione di circa 500 posti di lavoro. La priorità iniziale sarà evadere la commessa record da 8,5 miliardi di euro firmata nel luglio 2024 con l’esercito tedesco, mentre una parte della produzione sarà destinata all’Ucraina. Non è finita. Lo stabilimento si aggiunge a un complesso già attivo nella produzione di obici per i carri Leopard 2, utilizzati sul fronte ucraino. Insomma, la Germania, allunga il passo e lascia indietro un po’ tutti i Paesi membri dell’Unione. Secondo il Sipri, uno dei centri studi più autorevoli in Europa, nel 2024 le spese militari tedesche sono aumentate del 28%, superando i 76 miliardi di euro e portando Berlino al quarto posto mondiale tra i produttori di armi. L’obiettivo tedesco è però ben più ambizioso: salire fino al 3,5% del Pil entro il 2029.