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Visione strategica, investimenti e innovazione per riportare l’Italia al centro del Mediterraneo

Per Pierluigi Di Palma, presidente di Enac, l’Italia può essere un “ponte immateriale” tra culture diverse, non solo capace di portare al mondo la propria ma anche di accogliere quella degli altri popoli. La centralità geografica del Paese, sostenuta da investimenti in infrastrutture, digitalizzazione e sostenibilità, può restituirle un ruolo da protagonista nelle rotte commerciali e culturali globali. Al Meeting di Rimini istituzioni, imprese e operatori hanno discusso delle sfide e delle opportunità per fare dell’Italia un hub del Mediterraneo

L’Italia occupa una posizione geografica strategica nel Mediterraneo, che le conferisce un ruolo centrale come ponte naturale tra l’Europa e la sponda sud del Mediterraneo. Un ruolo favorito dallo sviluppo delle relazioni con i popoli che si affacciano sul Mare nostrum e dai traffici di merci e di aerei. È quanto emerso nel corso di un confronto dal titolo “Italia hub del Mediterraneo: infrastrutture, innovazione e sostenibilità per i trasporti del futuro”, nel quale si sono confrontante istituzioni e imprese durante il quinto giorno del Meeting di Rimini.

Da questa posizione geografica di forza, come ha spiegato il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi, con “tutte le sue coste affacciate sul mare, abbiamo il contatto con la sponda sud e con il Medio Oriente”. Da qui la sua idea di creare “un’area economica e di scambio basata su regole comuni e rapporti reciproci”. Così Rixi ha poi inquadrato il ruolo del nostro Paese come centro logistico e innovativo del Mediterraneo, con la necessità di “fare un check up delle proprie reti: dai porti alle ferrovie, fino agli aeroporti”, ha concluso.

L’Italia ponte tra culture, secondo Di Palma

Il trasporto aereo è un “ponte immateriale” tra culture diverse, ha ricordato il presidente di Enac, Pierluigi Di Palma, capace di dialogare con gli altri Paesi. Una visione, come ha spiegato il presidente, ispirata all’enciclica enciclica Fratelli tutti di San Francesco d’Assisi, impegnata a favorire una fraternità aperta, capace di superare le barriere non solo culturali ma anche geopolitiche. Un percorso che l’ente sta costruendo grazie alle nuove aperture a Paesi come Sierra Leone, Libano, Giordania, Kuwait e tanti altri Stati. “Prima del business, viene l’amicizia tra i popoli”, ha ribadito il presidente di Enac, presente al Meeting di Rimini con uno spazio dedicato, dotato di simulatori di volo, realtà virtuale e interventi di esperti.

Una posizione strategica

La posizione strategica del nostro Paese è stata sottolineata anche dal presidente della regione Liguria, Marco Bucci. “Noi possiamo veramente giocare come hub del Mediterraneo, un punto di incrocio fondamentale. Mille anni fa, le repubbliche marinare – Genova e Pisa da un lato e Venezia dall’altro – avevano già creato questo concetto e vogliamo fare in modo che questo sia valido anche nei nostri giorni e soprattutto nel futuro”, ha detto sottolineando la posizione geografica strategica che ha il nostro Paese.

La sfida automotive

“Le infrastrutture sono fondamentali per lo sviluppo di un Paese e proprio su queste abbiamo creato un sistema di mobilità”, ha ricordato Giacomo Carelli, presidente di Drivalia e Chief executive officer e General manager CA Auto Bank. Il settore automobilistico sta vivendo una fase di profondo cambiamento: dalla transizione verso l’elettrico all’arrivo di produttori stranieri sul territorio nazionale. Sfide che, se colte, possono rappresentare una spinta positiva per il settore, affinché metta in campo i cambiamenti necessari per una reale ripartenza.

La leva del digitale

Ma ad oggi il settore infrastrutturale non può prescindere dallo sviluppo digitale. Su questo tema si è soffermato Sergio Gianotti, Head of Italy public sector di Amazon web services (Aws) – costola informatica del gruppo Amazon e dal 2006 azienda indipendente di cloud computing. I nodi strutturali italiani, ha ricordato il maneger,  il ritardo digitale, le scarse competenze e la frammentazione del tessuto produttivo. “Ma da questi elementi nasce la vera opportunità di creare un hub nel Mediterraneo attraverso efficienza, tecnologie digitali e innovazione”, ha spiegato Gianotti.

Verso un’Italia hub del Mediterraneo

Dal dibattito emerge quindi una visione condivisa: l’Italia, crocevia naturale del Mediterraneo, ha tutte le carte per tornare a essere protagonista delle rotte commerciali e culturali globali. Ma servono visione strategica, investimenti in infrastrutture e una spinta decisiva su innovazione e sostenibilità. L’Italia deve fare sistema per fare progressi, altrimenti si rischia di prendere solo le briciole di un mondo che sta cambiando – ha spiegato Rixi – ma che, se sappiamo interpretare, sarà una fortuna per il nostro Paese. Un mondo che guardi di più ai traffici commerciali e di meno alla guerra”.


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