L’azienda ha annunciato l’ultima gamma di iPhone 17, di cui a fare la voce grossa è iPhone Air. Si tratta di modelli innovativi, soprattutto nel design, ma che potrebbero non bastare a far superare il momento turbolento. Il nodo dell’intelligenza artificiale e le conseguenze dei dazi sono ancora da sciogliere
Una celebrazione senza festa. La potremmo riassumere un po’ così la serata di Apple, che ha svelato gli ultimi prodotti ma senza cancellare le ombre e i dubbi che attanagliano l’azienda, quali dazi e sviluppo di intelligenza artificiale. “Con la nuova gamma di iPhone alziamo l’asticella”, afferma il ceo Tim Cook presentando i quattro modelli di iPhone 17. “Abbiamo spinto sempre più in avanti le innovazioni e oggi andiamo oltre, con quella che per noi è una novità assoluta”.
Tra gli annunci quello più sorprendente è iPhone Air. È il più sottile di sempre, con uno spessore di 5,6 millimetri. Vanta un display da 6,5 pollici, un rivestimento in Ceramic Shield che garantisce una maggiore resistenza a graffi e ha l’antiriflesso anche sul retro e un telaio in titanio. Ma la sua caratteristica principale riguarda l’utilizzo del chip A19 Pro che, grazie all’abbinamento con i nuovi semiconduttori N1 e C1X (aggiornato rispetto al C1 permettendo una maggiore efficienza per le sue capacità energetiche) offre ottime prestazioni per l’IA generativa. Tutte le componenti dello smartphone sono sostenibili e, per la prima volta, verrà utilizza solo eSIM per massimizzare lo spazio interno della batteria. L’unica pecca è che, rispetto agli altri modelli, iPhone Air ha solamente una telecamera, sacrificata insieme alla durata della batteria per ottenere un design tre volte più sottile. Costo totale: 999 dollari.
Anche il modello tradizionale di iPhone presenta ovviamente delle novità rispetto al passato. Il Pro e Pro Max 17 non hanno più la scocca in titanio bensì in alluminio, così da dissipare meglio il calore soprattutto nel momento in cui il processore è in sovraccarico. È stato inoltre introdotto il display a 120 Hz e la camera anteriore Center Stage, che tra le altre permette di scattarsi selfie anche in orizzontale senza ruotare il telefono. Entrambi i modelli presentano un aumento di prezzo di 100 dollari: il Pro costerà 1.099 dollari mentre il Pro Max a 1.199 dollari.
Presentati anche i nuovi AirPods (249 dollari), che permettono la traduzione in tempo reale e il rilevamento del battito cardiaco, e iWatch (799 dollari), pensato soprattutto per gli atleti e per chi ama gli sport più estremi, con 42 ore di autonomia, connettività satellitare, gli alert per l’ipertensione e un resoconto aggiornato sulla qualità del sonno. L’annuncio è arrivato con il motto di Steve Jobs, padre fondatore dell’azienda: “Il design è come funziona”.
Tutto questo non è sufficiente per allontanare le nubi sopra Apple. Tra gli annunci, si è detto poco o niente riguardo il divario in termini di intelligenza artificiale che separa l’azienda dalle altre rivali, né tanto meno si è affrontato il discorso su come colmarlo. È vero che iPhone Air vanta all’interno alcune funzioni di IA, ma potrebbe essere troppo poco visto il ritardo della Grande Mela sugli altri colossi tecnologici.
L’altra spina nel fianco riguarda il prezzo, su cui influiscono soprattutto due fattori. Il primo è l’inflazione, che ha aumentato i costi per i consumatori americani. L’altro sono invece i dazi. Apple è stata una delle più colpite dalle tariffe di Donald Trump, che hanno avuto un impatto diretto sul mercato cinese, su cui l’azienda faceva grande affidamento. Secondo le previsioni di Apple, il design innovativo dovrebbe spingere i consumatori a provare gli ultimi prodotti, ma è una scommessa azzardata. Sono finiti i tempi in cui le persone potevano permettersi di cambiare smartphone con estrema facilità. Adesso, visti i costi esorbitanti, si presta molta più attenzione al proprio telefono e lo si conserva per anni.
Come scrive il New York Times, con l’aumento dei prezzi “alcune aziende hanno prosperato vendendo di più a meno. Ma con il suo ultimo iPhone, Apple sta adottando l’approccio opposto offrendo meno a di più”. Un rischio, dicevamo.