Visto che dal vertice in Alaska in poi non si sono registrati progressi, l’Ue decide per una missione in Usa per le sanzioni, con l’obiettivo di convincere Mosca ad avviare trattative con Kyiv. Non è semplice, anche perché la Casa Bianca avanza precise richieste a Bruxelles sul gnl
L’impasse non si sblocca, per cui Bruxelles prova una strada alternativa ai tavoli diplomatici. Limitare i visti turistici per cittadini russi in virtù di nuovi protocolli, ricomprendendo anche il corpo diplomatico. Queste le misure allo studio dei funzionari europei guidati dall’inviato Ue per le sanzioni David O’Sullivan, che a Washington discutono con la controparte americana, al pari di nuove misure contro altre banche e società energetiche russe oltre a divieti di scambio di criptovalute. L’obiettivo è spingere il Cremlino ad avviare trattative con l’Ucraina, i leader dell’Ue non fanno parte della delegazione.
Il 19esimo pacchetto
Le sanzioni rientrano nel 19esimo pacchetto approvato dalla Commissione Europea, tra cui spiccano quelle contro i diplomatici russi, mossa proposta nel recente passato anche dalla Polonia, che intendeva sensibilizzare Bruxelles su un elemento concreto: impedire i viaggi in Europa al di fuori del Paese in cui il diplomatico è accreditato. Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha spiegato che le nuove sanzioni europee “sono preparate in stretto coordinamento con gli Usa”. Fino ad oggi sono stati fatti passi in avanti da molti stati in questa direzione. Ad esempio la Norvegia ha abbassato il tetto massimo del prezzo del petrolio russo a 47,6 dollari al barile, in linea con le sanzioni europee, mentre la Svizzera si è concentrata sulle flotte ombra. Due settori che incidono non poco nell’economia complessiva della potenza russa.
Le richieste Usa
Gli Usa intanto insistono sul fattore energetico e ribadiscono all’Ue la richiesta di interrompere gli acquisti dalla Russia. Secondo quanto dichiarato al Financial Times dal segretario all’Energia statunitense Chris Wright, “se gli europei tracciassero una linea e dicessero: ‘Non compreremo più’ gas russo, non compreremo più’ petrolio russo’, ciò avrebbe un’influenza positiva anche sull’adozione di sanzioni più aggressive da parte degli Stati Uniti? Assolutamente sì”.
La posizione della Casa Bianca è che i Paesi Ue dovrebbero acquistare gnl americano in forza dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, che prevede acquisti da 750 miliardi di dollari entro il 2028. Per questa ragione il prossimo 10 settembre Wright riceverà il Commissario europeo per l’energia Dan Jorgensen: al centro del vertice la possibile decisione europea di altre restrizioni sul petrolio russo nell’ambito del 19 pacchetto di sanzioni. “La Russia finanzia la sua macchina da guerra con le esportazioni di petrolio e di gas naturale e se si interrompe l’acquisto di questi prodotti da parte dell’Europa, si riducono i loro capitali”, ha aggiunto Wright.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent secondo cui Washington è pronta ad “aumentare la pressione” sulla Russia, ma che anche l’Europa deve fare la sua parte: “Stiamo discutendo su cosa possono fare insieme i due Paesi, Unione Europea e Stati Uniti. E siamo pronti ad aumentare la pressione sulla Russia. Ma abbiamo bisogno che i nostri partner europei ci seguano”.