Dietro l’accordo c’è Jared Kushner, genero di Donald Trump, che è riuscito a convincere il fondo saudita Pif a partecipare all’acquisizione, la più grande della storia avvenuta per leva finanziaria. A partecipare sarà anche Silver Lake. Per il futuro si aspettano grandi novità, alcune indigeste, come quella che vedrebbe l’IA sostituire alcuni lavoratori
C’è anche Jared Kushner nel consorzio sponsorizzato dall’Arabia Saudita che ha appena acquisito Electronics Art (EA). L’accordo, il cui closing è atteso nel 2027 portando il produttore di videogiochi sotto il controllo del genero di Donald Trump tramite la sua Affinity Partners e della società di private equity Silver Lake, è stato chiuso per 55 miliardi di dollari. Ben 36 miliardi proverranno dal capitale conferito dal gruppo acquirente, con il fondo sovrano saudita Pif che rivedrà al sua attuale quota in EA (pari a 9,9%) e un prestito di 20 miliardi di dollari da parte di JPMorgan. È la più grande acquisizione per leva finanziaria della storia e, nel mondo del gaming, la seconda dopo l’acquisto di Activision Blizzard da parte di Microsoft, avvenuta per 69 miliardi.
Visti i risultati ottenuti dal 2013 ad oggi (ricavi raddoppiati e capitalizzazione quintuplicata), il ceo Andrew Wilson resterà in sella all’azienda che diventerà privata a tutti gli effetti, cancellando la sua quotazioni in borsa trentasei anni dopo esserci entrata. “Si tratta di un grande riconoscimento”, afferma l’amministratore delegato promettendo di continuare a creare “esperienze trasformative per ispirare le generazioni future”.
Ma, sottolinea il Financial Times, non tutti avranno questa fortuna. Con l’intelligenza artificiale molti posti di lavoro non potranno essere garantiti, a iniziare dagli sviluppatori. Per ricreare le sembianze di un atleta o l’atmosfera di uno stadio non servirà più una persona in carne e ossa, ma dei semplici strumenti tecnologici. Stesso discorso vale per quanto riguarda i doppiatori o l’automatizzazione dei test per ridurre i bug del sistema. La ristrutturazione della società dovrebbe portare a un risparmio notevole e a un amento dei ricavi, scrive il quotidiano finanziario.
Non che ne abbia troppo bisogno. “È un’azienda straordinaria con un team dirigenziale di livello mondiale e una visione audace per il futuro”, afferma Kushner. Essendo un figlio degli anni Ottanta, anche lui è cresciuto davanti a una console. Un passato che gli è servito per portare elementi convincenti al fondo Pif, che è riuscito a persuadere nel prendere parte all’accordo. Non dovrebbe aver fatto molta fatica. In Arabia Saudita avrà sicuramente trovato una sponda nel principe ereditario Mohammed bin Salman, altro grande appassionato di videogiochi. A tal punto da incentrare un ramo dei finanziamenti di Pif su questo mondo, dandogli in dotazione 38 miliardi di dollari con cui acquistare diverse piattaforme, tra cui Pokémon Go. Nel 2021, MbS ha anche investito oltre 3 miliardi di dollari in Activision Blizzard – detentrice di Call of Duty, Overwatch, World of Worldcraft – e ha fondato Savvy Games Group.
Non da ultimo, quest’anno ha ospitato la Coppa del Mondo di eSport, mentre nel 2027 farà lo stesso per le Olimpiadi. Chissà che non possano diventare fonte di ispirazione per un nuovo gioco di EA.