Dopo quarant’anni di servizio, la portaerei Garibaldi si appresta a lasciare la Marina militare italiana per essere ceduta all’Indonesia. L’unità, protagonista di missioni internazionali dagli anni ’80 in poi, verrà riconvertita come piattaforma moderna per droni e operazioni di sorveglianza. Prima della vendita erano state valutate ipotesi alternative, dal lancio di satelliti alla musealizzazione, mai concretizzate
La storica portaerei italiana Garibaldi sta per concludere il suo servizio nella Marina militare e, secondo le ultime notizie, potrebbe presto avere una seconda vita sotto la bandiera indonesiana. Dopo quarant’anni di onorato servizio, l’unità è pronta a lasciare l’Italia, segnando una tappa significativa nella storia navale nazionale. L’operazione, se confermata, rappresenterebbe il primo acquisto di una portaerei da parte dell’Indonesia, Paese che mira a rafforzare le proprie capacità navali.
La storica portaerei italiana si trasforma per la Marina indonesiana
La Garibaldi, varata nel 1983 e entrata in servizio nel 1985, è lunga 180 metri con un ponte di volo di 30 metri e può ospitare un centinaio di mezzi aerei, tra elicotteri e velivoli a decollo verticale. Nel corso della sua carriera è stata protagonista di numerose missioni internazionali, dalle operazioni di mantenimento della pace in Somalia agli interventi umanitari e di sicurezza davanti alle coste libiche, fino alla partecipazione alla missione Enduring freedom dopo l’attentato alle Torri gemelle. La trattativa con l’Indonesia prevede l’acquisto della portaerei con l’obiettivo di adattarla per l’impiego di droni e veicoli senza pilota, trasformando così la storica unità in una piattaforma operativa moderna e versatile. L’affare include anche la possibilità di aggiornare i sistemi di comando e controllo, rendendo la Garibaldi pienamente compatibile con le nuove esigenze della Marina indonesiana, pronta a impiegarla in esercitazioni, operazioni di sorveglianza marittima e potenzialmente in missioni di difesa strategica regionale.
Le alternative italiane prima della vendita
Prima di decidere di venderla all’estero, la Marina italiana aveva valutato diverse soluzioni alternative per la Garibaldi, cercando di valorizzare la storica unità anche dopo la fine del servizio operativo. Tra le ipotesi più innovative c’era l’uso come piattaforma per il lancio di satelliti civili e militari, nell’ambito del programma Simona, che avrebbe permesso di sfruttare il ponte di volo come base per operazioni aerospaziali e sperimentazioni scientifiche in mare aperto. Si era inoltre ipotizzata una possibile trasformazione in porta-droni, destinata a testare sistemi avanzati di decollo e appontaggio per velivoli senza pilota, aprendo la strada a nuove tecnologie di difesa e monitoraggio marittimo. Un’altra suggestiva, ma meno concreta, opzione era la musealizzazione della nave, trasformandola in un simbolo storico della Marina italiana, accessibile al pubblico per visite e percorsi educativi. Tuttavia, tutte queste idee non hanno mai ricevuto finanziamenti sufficienti né manifestazioni di interesse concreto, rendendo infine la vendita all’Indonesia la soluzione più pragmatica e realistica per garantire una seconda vita alla Garibaldi, continuando così a far navigare una delle icone della Marina italiana verso nuovi orizzonti.
Foto: Nave Cavour