All’Istituto affari internazionali si è discusso delle nuove frontiere della propulsione aeronautica, tra innovazione tecnologica, cooperazione internazionale e formazione dei talenti. Dal sottosegretario Perego al ceo di Avio Aero Procacci, passando per i vertici militari, il Mimit e il Politecnico di Bari, tutti hanno evidenziato il ruolo strategico del programma Gcap e della ricerca per rafforzare sicurezza, industria e competitività italiana
I caccia di sesta generazione e l’evoluzione dei motori aeronautici rappresentano una sfida cruciale per difesa, industria e ricerca. In questo contesto si è tenuto all’Istituto affari internazionali un incontro in cui è stato presentato uno studio sulle nuove frontiere della propulsione aeronautica, moderato da Flavia Giacobbe, direttore di Formiche e Airpress. Lo studio Iai è stato introdotto dal presidente Michele Valensise e ha offerto una mappatura delle sfide e delle sinergie necessarie per affrontare i prossimi decenni.
Perego punta su tecnologia, cooperazione e industria per la Difesa
“La tecnologia è la leva di crescita e sicurezza”, ha dichiarato Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa. Ha sottolineato come l’Italia abbia saputo coniugare eccellenza e visione strategica, un valore che va preservato con nuovi investimenti. Ha aggiunto che la Difesa sta agendo in modo proattivo per garantire mezzi a favore della pace e della stabilità e che il Gcap rappresenta una partnership innovativa tra Italia, Regno Unito e Giappone. “Le sfide sono tante e nessun Paese può fare da solo” ha concluso, indicando tre parole chiave che devono guidare questo percorso: tecnologia, cooperazione e valorizzazione industriale.
Per Procacci e Cossiga, industria e filiera al centro della sfida europea
Riccardo Procacci, amministratore delegato di Avio Aero, ha richiamato la responsabilità dell’industria nel rispondere ai bisogni di governi e forze armate. “Il compito dell’industria è garantire la capacità produttiva necessaria nel breve termine e creare le tecnologie che serviranno nel lungo” ha affermato. Ha ricordato come per decenni l’Europa si sia affidata al sostegno americano e come oggi sia necessario sviluppare maggiore autonomia, senza però rinunciare al rapporto transatlantico. Secondo Procacci il 2030 segnerà una data cruciale per la sicurezza europea, con il Gcap che assumerà un ruolo centrale nel rafforzare capacità operative e deterrenza. Ha poi citato l’accordo con Safran per la propulsione elicotteristica come esempio di collaborazione strategica e ha concluso che “solo un’industria capace di innovare potrà garantire all’Europa di sedersi al tavolo con pari dignità rispetto agli Stati Uniti”.
Giuseppe Cossiga, presidente di Aiad, ha insistito sul valore strategico della filiera dei motori. “L’Italia deve avere grandi player in grado di sedersi ai tavoli decisionali, perché senza capitali e capacità industriali non si va lontano” ha detto. Ha ricordato che la crescita delle grandi imprese trascina con sé le Pmi e che strumenti come il Golden power devono servire a garantire sovranità industriale, anche aprendo a investitori stranieri seri.
Il motore del Gcap al centro della superiorità aerea secondo Frigerio e Lupoli
Il generale Silvano Frigerio, comandante della Squadra Aerea, ha descritto l’evoluzione dei velivoli ricordando che “il Gcap dovrà garantire prestazioni che eccederanno di molto l’F-35, assicurandoci la capacità di information superiority”. Ha sottolineato l’importanza della gestione della firma termica e della disponibilità di potenza elettrica per comunicazioni e sensori. Il generale Giuseppe Lupoli, direttore della Direzione armamenti aeronautici, ha rimarcato che “il motore non deve più solo spingere, ma diventare l’abilitatore di un sistema di sistemi”. Ha richiamato l’urgenza di una progettazione integrata e dell’efficienza nei consumi, con il supporto di tecnologie innovative come l’additive manufacturing.
Investimenti, ricerca e formazione come cuore dell’eccellenza italiana
Daniele Rossi, dirigente del Mimit, ha definito la propulsione “un fiore all’occhiello del made in Italy” e ha ricordato come investire in questo settore significhi sostenere ricerca e innovazione. Ha però evidenziato le sfide della frammentazione della filiera e della dipendenza da materie prime critiche. Il rettore del Politecnico di Bari, Francesco Cupertino, ha sottolineato il ruolo delle università nel trasferimento di competenze e talenti. “Senza giovani preparati non si va da nessuna parte” ha avvertito, ricordando la necessità di creare opportunità concrete per trattenere cervelli in Italia e proseguire la collaborazione con l’industria, come già avvenuto con lo sviluppo del motore Catalyst.
Lo studio Iai, quattro priorità per il Gcap tra innovazione e sostenibilità
Lo studio Iai, presentato da Alessandro Marrone e Nicolò Murgia, individua quattro priorità. Power and propulsion, cioè la crescente domanda di energia dei nuovi velivoli come il Gcap. La firma termica, che aumenta con l’energia prodotta e richiede materiali innovativi e sistemi di gestione attiva. Il lavoro di squadra tra motoristi ed equipaggiatori per progettare piattaforme integrate. Infine la sostenibilità, che impone efficienza economica e ambientale anche nel settore civile. Marrone ha parlato di “una trasformazione che cambia radicalmente il rapporto fra propulsione e velivoli”, mentre Murgia ha evidenziato l’impatto della digitalizzazione sulla resilienza della filiera globale. Il Gcap emerge così non solo come programma aeronautico ma come progetto strategico di innovazione e cooperazione internazionale.