Mosca ha lanciato il più grande attacco aereo dall’inizio dell’invasione, con oltre 800 droni e una dozzina di missili contro Kyiv e altre città. Per la prima volta colpito un edificio governativo. Il bilancio è di quattro vittime, ma potrebbe salire ulteriormente
Mentre le trattative sul cessate il fuoco sembrano perdere slancio, continuano gli attacchi contro bersagli civili. Nella notte di domenica la Russia ha sferrato il più grande attacco aereo dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina, lanciando centinaia di droni e una dozzina di missili contro diverse città ucraine. Per la prima volta dall’inizio del conflitto è stato colpito un edificio governativo nel centro di Kyiv (nello specifico, la sede del gabinetto dei ministri), in quella che il ministro degli Esteri Andriy Sybiha ha definito “una grave escalation”. Due grattacieli residenziali della capitale sono stati danneggiati, e si parla di almeno quattro vittime e di una ventina di feriti.
L’offensiva ha interessato anche le aree di Kryvyi Rih, Dnipro, Odesa, Zaporizhzhia e Kremenchuk. Secondo l’aeronautica ucraina, Mosca avrebbe impiegato 805 droni tra Shahed e droni-esca, oltre a nove missili da crociera e quattro missili balistici. Le difese aeree ucraine sono riuscite a intercettare 747 droni e quattro missili da crociera, mentre gli altri sono andati a segno.
Negli ultimi mesi sembra che la Russia abbia modificato le proprie tattiche sulla conduzione di simili operazioni, puntando su attacchi su vasta scala per saturare le difese e ridurre le scorte di intercettori ucraine. Quello di domenica è stato il settimo attacco dall’inizio dell’estate con oltre 400 droni impiegati in una sola notte. Il precedente record risaliva a luglio, quando Mosca aveva lanciato 539 droni.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rinnovato l’appello agli alleati occidentali per fornire ulteriori sistemi di difesa aerea, avvertendo del rischio che Kyiv esaurisca gli intercettori disponibili. Ha chiesto a Washington di aumentare la pressione su Mosca, ricordando che “il mondo può costringere i criminali del Cremlino a fermare le uccisioni” se c’è la volontà politica.
Kyiv ha intensificato anche le richieste ai partner europei di porre fine a tutte le importazioni di petrolio e gas russi, accusando il Cremlino di finanziare la propria macchina bellica grazie ai proventi energetici. Sul fronte europeo, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha definito gli attacchi “la versione di Putin di pace” e ha invitato l’Ue a rafforzare le difese ucraine, coordinandosi con gli alleati per nuove sanzioni.
Intanto, forze ucraine hanno colpito nuovamente l’oleodotto Druzhba nella regione russa di Bryansk, che trasporta greggio verso i Paesi di Ungheria e Slovacchia. Secondo il comandante delle forze ucraine per i sistemi unmanned, Robert Brovdi, l’attacco ha provocato un incendio esteso in una stazione di pompaggio, documentato da video diffusi sui social