L’Agenzia europea per la difesa avvia il nuovo ciclo Card con consultazioni tra i Ventisette, mentre il progetto Safe mette a disposizione 150 miliardi di prestiti per rafforzare la difesa europea. L’Italia potrà accedere a 14,9 miliardi, destinati a equipaggiamenti, sistemi anti-drone e mobilità militare. Entrambi gli strumenti puntano a costruire una difesa comune più integrata, autonoma e coordinata, capace di rispondere efficacemente alle sfide geopolitiche
L’Agenzia europea per la difesa (Eda) e lo Stato maggiore dell’Ue (Smeu) hanno avviato le consultazioni con i Ventisette per la stesura del prossimo Coordinated annual review on defence (Card). Questo programma, avviato nel 2017, è lo strumento principale con cui l’Agenzia europea per la difesa monitora e coordina le priorità militari degli Stati membri. Il suo obiettivo è mappare i trend della spesa, evidenziare duplicazioni e favorire sinergie, rafforzando così l’autonomia strategica dell’Unione. Con cadenza biennale, il Card fotografa lo stato della difesa europea, individuando margini di cooperazione e ambiti in cui gli sforzi nazionali possono convergere.
Nei cicli precedenti, il Card ha registrato progressi tangibili. Il rapporto 2022 evidenziava una crescita costante degli investimenti in capacità e ricerca, ma anche persistenti frammentazioni. Nel 2024, secondo i dati Eda, la spesa complessiva dei Ventisette ha raggiunto 343 miliardi di euro (+19% rispetto al 2023), con oltre 100 miliardi destinati a equipaggiamenti e 13 miliardi a ricerca e sviluppo. Con l’avvio del quarto ciclo nel 2025, che vedrà alla sua guida un italiano, il generale Stefano Cont, ci si attende che il Card possa confermare non solo un trend espansivo, ma anche una maggiore capacità di pianificazione comune e di razionalizzazione delle risorse.
Safe potenzia la difesa europea con l’Italia tra i principali beneficiari
Proprio in questo contesto si inserisce il progetto Safe (Security action for europe), ormai pienamente operativo. Con 150 miliardi di euro in prestiti messi a disposizione, l’iniziativa ha riscosso un immediato successo, registrando adesioni da 19 Stati membri. L’Italia potrà accedere a 14,9 miliardi, collocandosi al quinto posto nella classifica dei beneficiari, dopo Polonia, Romania, Francia e Ungheria. I fondi italiani dovrebbero finanziare programmi su munizioni, difese aeree, mezzi blindati, sistemi anti-drone e mobilità militare, rafforzando la cooperazione europea e le filiere industriali nazionali. Le condizioni vantaggiose del prestito, con tassi competitivi e lungo periodo di rimborso, rappresentano un’opportunità strategica per incrementare capacità e autonomia tecnologica.
L’evoluzione del Card e l’implementazione del Safe vanno letti in un quadro più ampio di rafforzamento della difesa europea. Negli ultimi anni, Bruxelles ha accelerato su strumenti di coordinamento, finanziamento e pianificazione, con l’obiettivo di costruire un pilastro di sicurezza più solido e ridurre le dipendenze esterne. La crescita record dei bilanci militari, la spinta alla cooperazione industriale e la convergenza sugli obiettivi comuni dimostrano che l’Unione sta iniziando a colmare i divari capacitivo-industriali. Restano sfide legate alla frammentazione dei programmi e alla disparità delle risorse nazionali, ma l’importanza di queste mosse è evidente. Senza un’azione coordinata, l’Europa rischierebbe di rimanere irrilevante in un contesto geopolitico sempre più instabile.







