La recente visita della premier al Re di Bahrein ha contribuito ad avviare una stagione nuova, rafforzata dalla visita privata a Palazzo Chigi del principe lo scorso luglio, quando intese da un lato mettere a punto gli sforzi comuni per giungere a un cessate il fuoco a Gaza, dall’altro incentivare le relazioni bilaterali. Lunedì una nuova tappa
Giorgia Meloni lunedì riceverà il Principe Ereditario e primo ministro del Bahrein Salman bin Hamad Al Khalifa. Ci saranno intese e accordi da firmare. Il piccolo stato del Golfo Persico è strategico per la proiezione italiana, senza dimenticare che due giorni fa la Camera ha approvato il provvedimento di ratifica dell’accordo tra Italia e Bahrein sulla cooperazione nei settori della cultura, dell’istruzione, della scienza, della tecnologia e dell’informazione, siglato a Roma il 4 febbraio del 2020. Un nesso, tra Roma e quella fascia di nazioni, che contribuisce a rafforzare la proiezione di Italia globale, nella consapevolezza che le relazioni bilaterali rappresentano la cornice ideale per ampliare il raggio d’azione italiano.
Più Italia nel golfo
Punto di partenza è il posizionamento italiano nel Regno: Roma è il primo esportatore europeo e dal 2002 ha un’ambasciata a Manama. La recente visita della premier Meloni al Re di Bahrein ha contribuito ad avviare una stagione nuova, rafforzata dalla visita privata a Palazzo Chigi del principe lo scorso luglio, quando intese da un lato mettere a punto gli sforzi comuni per giungere a un cessate il fuoco a Gaza, dall’altro incentivare le relazioni bilaterali anche alla luce della geopolitica, come il posizionamento del governo italiano rispetto allo stesso Barhein, recentemente eletto quale membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il mandato 2026-28 e l’attivismo di Roma sul Piano Mattei (sempre più attenzionato da altri player extra africani come appunto i Paesi del golfo).
Non va dimenticato che lo scorso mese di maggio la premier era stata ricevuta dal Re Al Khalifa e dal Principe Al Khalifa a Manana, in occasione della prima visita in assoluto di un presidente del Consiglio italiano nel Regno. Si tratta di una serie di fatti che mettono in luce la strategia italiana volta a valorizzare il Bahrein che tra l’altro ha la presidenza di turno della Lega Araba, senza tralasciare il tema del dialogo interreligioso, rispetto al quale il Bahrein ha assunto un ruolo niente affatto trascurabile nello scacchiere internazionale.
I fronti comuni
Tra il paniere di fronti comuni spicca la sicurezza marittima che era stata trattata durante la visita di Meloni in Bahrein, dal momento che i due Paesi collaborano in diverse missioni di controllo della libertà di navigazione, che resta una delle principali minacce al regolare flusso del commercio internazionale (con i danni ad esso connessi). Va ricordato che l’Italia è parte attiva grazie alla presenza della Marina Militare italiana nella regione: nello specifico le nostre navi hanno effettuato attività di primaria importanza, come il comando della Combined Task Force che monitora la sicurezza marittima nell’area compresa tra Mar Rosso, Bab al-Mandeb e Golfo di Aden.
Altro capitolo comune riguarda le imprese. Nel maggio corso a Palazzo Piacentini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ricevette il suo parigrado del Bahrein, Shaikh Salman bin Khalifa Al Khalifa, proprio al fine discutere del potenziamento delle relazioni industriali tra i due Paesi e la promozione degli investimenti reciproci. Sotto la lente di ingrandimento dei due dicasteri ci sono le competenze italiane nel settore delle piccole e medie imprese e le potenzialità in ambiti innovativi come lo Spazio, i supercalcolatori e l’intelligenza artificiale, ma con un’attenzione rivolta anche a settori storici italiani, come la raffinazione dell’alluminio e dell’acciaio.
Uno strumento ad hoc su cui i due Paesi possono contare è l’Italia-Bahrein Business Council, nato nel novembre 2023 a Manama in occasione del business forum “Prospects of cooperation for sustainable development between Italy and Bahrain”, con l’obiettivo di arare un terreno quantomai fertile. Infatti gli eccellenti risultati commerciali registrati negli ultimi anni raccontano di quanta richiesta di Italia ci sia da parte del mercato bahreinita.