Ventotto casi sospetti e quindici decessi nella provincia del Kasai, dove le autorità hanno dichiarato un nuovo focolaio di Ebola
Le autorità sanitarie della Repubblica Democratica del Congo hanno dichiarato un nuovo focolaio di Ebola nella provincia del Kasai: 28 casi sospetti e 15 decessi, tra cui quattro operatori sanitari. I test effettuati a Kinshasa hanno confermato la presenza del ceppo Zaire. Squadre di risposta rapida nazionali e dell’Oms sono già sul campo, con epidemiologi, esperti di controllo delle infezioni e forniture mediche, inclusi 2mila vaccini stoccati nella capitale e pronti a essere distribuiti. La logistica rimane complessa – la zona colpita dal focolaio è infatti raggiungibile solo con ore di viaggio via terra dalla capitale del Kasai.
LE PAROLE DEL DIRETTORE OMS PER L’AFRICA
“Stiamo agendo con determinazione per fermare la diffusione del virus e proteggere le comunità”, ha dichiarato il direttore regionale Oms per l’Africa, Mohamed Janabi. “Facendo leva sulla consolidata esperienza del Paese nel controllo dei focolai di malattie virali, stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità sanitarie per potenziare rapidamente le principali misure di risposta e porre fine al focolaio il prima possibile”.
POSSIBILE UN AUMENTO DEI CASI
Senza scivolare in allarmismi, gli esperti avvertono che è probabile che il numero dei casi aumenti ulteriormente, poiché la trasmissione del virus da persona a persona è ancora in corso. Le squadre di risposta, insieme ai team locali, sono al lavoro per rintracciare le persone che potrebbero essere infette.
IL RUOLO DELLA PREPAREDNESS
Il virus, che si ritiene abbia avuto origine nei pipistrelli della frutta, fu individuato per la prima volta nel 1976 lungo il fiume Ebola, nell’attuale Repubblica Democratica del Congo. Dal 1976 a oggi il Congo ha affrontato 15 focolai di Ebola, l’ultimo nel 2022, circoscritto in tre mesi. È proprio questa esperienza che oggi rende rapida la risposta. Una vicenda che ricorda quanto la preparedness – stock di vaccini, strumenti diagnostici, piani di emergenza, reti di sorveglianza – sia uno strumento concreto per evitare che focolai locali diventino un’emergenza regionale o globale, non un semplice esercizio accademico.