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Donald Trump sta per cambiare nome al Pentagono. Ecco i dettagli

Donald Trump rilancia il nome “Department of War” per il Pentagono, evocando la stagione delle storiche vittorie militari e puntando a un’immagine più aggressiva della potenza americana. Una scelta simbolica che segna la volontà di ridefinire la postura globale degli Stati Uniti

Il Dipartimento della Difesa statunitense potrebbe presto smettere di esistere. Nel corso delle prossime ore il Presidente statunitense Donald Trump dovrebbe firmare l’ordine esecutivo che andrebbe a ridare al Pentagoni la vecchia denominazione di “Department of War”, la stessa avuta dal raggiungimento dell’indipendenza dalla Corona britannica fino al 1947. Dietro la decisione del leader statunitense ci sarebbero motivi di carattere comunicativo: secondo quanto affermato dalla Casa Bianca in una scheda informativa appositamente rilasciata “L’esercito degli Stati Uniti è la forza combattente più forte e letale al mondo, e il Presidente ritiene che questo Dipartimento debba avere un nome che rifletta il suo potere senza pari e la sua prontezza a proteggere gli interessi nazionali”.

“Abbiamo avuto una storia incredibile di vittorie quando era il Dipartimento della Guerra, poi l’abbiamo cambiato in Dipartimento della Difesa”, ha detto Trump la scorsa settimana parlando dallo Studio Ovale. In precedenza, il presidente Usa aveva già esplicitato il proprio interesse nel cambio di denominazione, ricordando che sotto il vecchio nominativo il Paese era emerso vincitore dalle due Guerra mondiali. Anche il Segretario alla Difesa (o meglio, Segretario della Guerra, secondo l’appellativo già utilizzato dallo stesso Trump) Pete Hegseth sembra condividere la posizione di Trump, sulla base di un tweet di poche ore fa.

Tuttavia, un cambiamento definitivo di nome richiede l’approvazione del Congresso. Per questo, l’ordine esecutivo prevede che per il momento il Dipartimento della Guerra diventi un titolo secondario per il Dipartimento della Difesa, mentre il processo formale di ridenominazione procede sui suoi passi.

Trump ha detto di ritenere che il Congresso accetterà la sua proposta: “Difesa è troppo difensivo. E noi vogliamo essere difensivi, ma vogliamo anche essere offensivi se necessario. Quindi, mi è sembrato semplicemente un nome migliore”. I democratici hanno subito attaccato la scelta, con il deputato Darren Soto che ha scritto su X che Trump, seppure alla ricerca del Nobel per la pace, stia compiendo l’ennesimo passo aggressivo. Al contrario alcuni alleati repubblicani hanno accolto con favore l’iniziativa, come il deputato Greg Steube che intende inserirla nella prossima legge sulla difesa.

Il cambio formale di nome non è però soltanto una questione puramente stilistica: cambiare i nomi di centinaia di agenzie del Pentagono, la loro cancelleria, i loro emblemi, le targhe e altre insegne presso il Dipartimento della Difesa, insieme alle basi in tutto il mondo, costerebbe probabilmente miliardi di dollari. Una spesa che potrebbe compromettere seriamente gli sforzi dell’amministrazione volti a ridurre le spese e gli sprechi del Pentagono. Ma questo non sembra rappresentare un ostacolo per l’inquilino della Casa Bianca.


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