Nelle parole pronunciate dal Santo Padre Leone XIV durante l’incontro avuto con il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo può cogliersi un’indicazione in favore del recupero della categoria delle “opere-segno”. Il commento di Francesco Nicotri
“Your Council is both a project and a sign”. Queste parole, pronunciate dal Santo Padre Leone XIV durante l’incontro avuto con il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, suggeriscono, in particolare nella loro traduzione in italiano offerta dal sito della Santa Sede, una traiettoria operativa per una nuova “fantasia della carità” (San Giovanni Paolo II). Infatti, è stata adoperata un’espressione propria dell’azione pastorale della Caritas, ossia quella di “opera-segno”.
In proposito, S.E.R. mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente della Caritas Italiana, ha spiegato, in un’intervista di qualche anno fa, che si tratta di quelle “iniziative che non hanno la pretesa di risolvere i problemi (…) ma di essere appunto un segno. Segno di un bisogno di cui magari nessuno si accorge, persino a volte la comunità cristiana nel suo insieme. Segno di un impegno che pochi vogliono assumersi. Segno di un amore che non fa calcoli. Si tratta di iniziative concrete, reali, che aiutano effettivamente, ma dove si evidenzia la finalità che da sempre caratterizza la Caritas italiana (…): quella educativa, promozionale, pedagogica e profetica”. Aggiungendo che le opere-segno esigono “discernimento, capacità di lettura evangelica e profetica del territorio, umiltà di avviare i processi senza pretendere risultati immediati e senza difendere un’esclusiva”.
Ebbene, nei due sostantivi (“project” e “sign”) utilizzati dal Papa può cogliersi un’indicazione in favore del recupero della categoria delle “opere-segno”, per rileggere, ripensare, sostenere quelle esistenti, così come per sollecitarne, promuoverne, impegnarsi nella crescita di nuove, “di fronte alle attese di carità e giustizia” nel Paese.