La recente visita di Giorgia Meloni ad Addis Abeba ha ribadito l’importanza dell’Etiopia come partner strategico nel Corno d’Africa. Ma oltre all’Etiopia si sta muovendo un attivismo magmatico attorno al Piano, tramite progetti mirati che coinvolgeranno tutte le regioni italiane
Piano Mattei: Somalia, Camerun e Ciad sono verosimilmente i prossimi Paesi-obiettivo, considerati prioritari per la cooperazione sui processi di sviluppo economico con il piano elaborato dal governo italiano, che può contare sull’impegno della Camera di Commercio ItalAfrica e sul prezioso strumento dei forum imprenditoriali (come quelli in Costa d’Avorio, Kenya e Uganda). Eventi che si intrecciano con le cosiddette missioni settoriali, la più recente è stata in Tanzania. Tra l’altro alcuni elementi di novità sono emersi in occasione dell’audizione in commissione Esteri alla Camera dei rappresentanti del Centro relazioni con l’Africa della Società geografica italiana, nell’ambito dell’esame della relazione sullo stato di attuazione del piano.
I nuovi obiettivi
La recente visita di Giorgia Meloni ad Addis Abeba ha ribadito l’importanza dell’Etiopia come partner strategico nel Corno d’Africa. Ma oltre all’Etiopia si sta muovendo un attivismo magmatico attorno al Piano. I rappresentanti del Centro relazioni con l’Africa della Società geografica italiana lo hanno esplicitato ufficialmente in commissione, sostenendo che i Paesi con cui si trovano più in contatto attualmente sono Somalia, Ciad e Camerun. “La nostra prospettiva è che anche per questi Paesi, che non sono considerati come prioritari nel Piano Mattei, si possa intravedere una loro partecipazione. Ognuno di questi Paesi ha una sua fragilità ma sono Paesi prioritari per la cooperazione. Collegare le attività di cooperazione a processi di sviluppo economico con il piano sarebbe estremamente utile”.
Obiettivi che saranno attenzionati anche in relazione allo sforzo messo in campo dalla Camera di Commercio ItalAfrica, il cui presidente Carmine Cestari ha tracciato un bilancio delle attività: in sostanza aumenterà il portafoglio di paesi con cui agganciare relazioni strutturali, Camerun, Angola, Mozambico, Angola, Sierra Leone, Etiopia e Senegal su tutti, al fine di promuovere “l’attività di partnership e investimenti delle nostre imprese, considerando da sempre il Mediterraneo allargato, uno spazio geopolitico essenziale per il ricollocamento di segmenti strategici delle catene del valore dell’industria europea”. Secondo Cestari è decisivo poter contare su un soggetto in grado di svolgere un ruolo di facilitatore del dialogo tra le istituzioni, “aprendo la strada a nuove opportunità di collaborazione e crescita reciproca, con un focus particolare sui progetti legati ai carbon credit e all’energia rinnovabile”.
Il modus operandi
Il riferimento è al modus con cui far interagire soggetti privati e Paesi sovrani, coinvolgendo anche donne e più giovani. “Sono soprattutto le eccellenze italiane – ha aggiunto – che sono interessate all’apertura dei mercati dei paesi africani. Tra le proposte presentate dalla Camera di Commercio quella di coinvolgere tutte le regioni italiane per consentire innanzitutto ai possibili beneficiari di accedere alle informazioni”. Per questa ragione ha sottolineato l’importanza di poter implementare sul territorio italiano i progetti che ruotano intorno ai 5 pilastri principali del Piano e che registrano l’attivazione di tantissime iniziative con le prime progettazioni nel Nord dove le grandi industrie del caffè e del cacao e del settore agroindustriale sono state molto più reattive alla partecipazione a bandi, ad accordi con i Paesi target.
Il prossimo step verterà sulle regioni meridionali “anche per la prossimità geografica verso il continente africano e questo può avvenire certamente coinvolgendo le regioni che oggi posso anch’esse accedere attraverso partenariati pubblico-privati, le università e i centri di ricerca, le Camere di Commercio provinciali e anche il no profit, l’energia e quant’altro”.