Tra le priorità: rafforzare il Mercato Unico, aumentare il ruolo globale dell’euro e prepararsi a nuove guerre valutarie. Un nuovo policy brief dell’Ecfr invita l’Ue a trasformare lo shock delle politiche geoeconomiche di Trump in un’occasione per riformarsi
Un nuovo policy brief, “Ride the wave: Europe’s big, beautiful plan for Trumponomics”, pubblicato dall’European Council on Foreign Relations Ecfr), delinea i contorni di una possibile strategia geoeconomica europea nei confronti della seconda amministrazione Trump.
A otto mesi dall’inizio del secondo mandato del presidente statunitense Donald Trump, l’Europa fatica ancora a elaborare una risposta coerente alle politiche geoeconomiche americane nei campi del commercio, degli investimenti e della finanza. L’amministrazione Trump ha imposto dazi sulla quasi totalità delle importazioni dagli Stati membri, sta valutando pressioni sugli investitori per costringerli a scegliere tra Stati Uniti e Cina e potrebbe presto tentare di forzare una svalutazione del dollaro.
Secondo il rapporto, per l’Ue la risposta migliore a un presidente imprevedibile è autocontrollo e autodeterminazione. I decisori europei dovrebbero adottare una mentalità di autosufficienza: evitare la tentazione di introdurre misure di ritorsione che rischierebbero di danneggiare le economie europee, rinunciare a battaglie sterili su politiche che difficilmente cambieranno e, soprattutto, preservare la coesione dell’Unione.
Agathe Demarais, autrice del policy brief, avverte: “Otto mesi dopo l’inizio del secondo mandato di Donald Trump, un mix di isteria, panico e paralisi in Europa sta ostacolando l’emergere di una risposta coerente alla tempesta nei campi del commercio, degli investimenti e della finanza. Questo è un problema, perché il dramma degli ultimi mesi è solo l’inizio: con molte altre battaglie geoeconomiche transatlantiche all’orizzonte”.
Nei commenti inviati a Formiche.net, aggiunge che “per l’Ue, la risposta migliore a Trump è mantenere la calma e andare avanti. I responsabili politici europei dovrebbero adottare un mantra di autosufficienza, resistendo alla tentazione di varare misure di ritorsione che danneggerebbero le economie dell’Ue. Dovrebbero anche evitare di sprecare tempo cercando di cambiare cose che difficilmente cambieranno, come l’amore di Trump per i dazi”.
Il documento sottolinea che però limitarsi a contenere i danni non è sufficiente. L’Europa dovrebbe approfittare di questo momento turbolento per approvare riforme economiche finora considerate irrealizzabili, perché troppo controverse o ambiziose.
“Anziché rimuginare su ogni dichiarazione di Trump, gli europei dovrebbero guardare al proprio interno e approvare riforme economiche necessarie che rafforzino la posizione globale del blocco”, osserva Demarais. “Tali politiche includono l’approfondimento del Mercato Unico e la firma di accordi commerciali con nuovi partner; la leva dell’accesso al mercato europeo dei servizi digitali; il sostegno al finanziamento dell’innovazione attraverso modifiche regolamentari; l’aumento del ruolo globale dell’euro; e la preparazione alle prossime guerre valutarie”.
Secondo l’Ecfr, la capacità dell’Europa di attuare queste riforme determinerà le prospettive economiche, la posizione globale e la resilienza del continente ben oltre la permanenza di Trump alla Casa Bianca.