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Dalle parole ai fatti. Trump pronto a imporre dazi “significativi” sui chip stranieri

Dopo l’annuncio del mese scorso, il presidente americano ribadisce la sua intenzione: “molto presto” verranno applicate tariffe “non molto elevate, ma comunque piuttosto significative” per tutte le aziende che importeranno semiconduttori. Per il momento, sembra ottenere l’effetto sperato. Ma sul lungo periodo Washington corre rischi

I dazi sulle importazioni di chip arriveranno “molto presto” – ma non si sa ancora quando – e saranno “non molto elevati, ma comunque piuttosto significativi”. Donald Trump passa dalle parole ai fatti e annuncia l’arrivo di nuove tariffe doganali per le aziende che decideranno di comprare semiconduttori stranieri. Lo ha detto di fronte ai più importati imprenditori del settore tecnologico americano, ospiti a cena alla Casa Bianca.

Tra i presenti c’era anche Tim Cook, ceo di Apple, uno dei primi ad adattarsi al dogma del presidente. La volontà di Trump era infatti diventata di dominio pubblico un mese fa, in concomitanza della decisione dell’azienda di investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti negli ultimi quattro anni. Tanti soldi che gli permetteranno di essere esentato dai dazi. “Direi che è in ottima forma”, ha scherzato ieri sera Trump. Anche Micron Technology metterà sul piatto 200 miliardi di dollari, così come la taiwanese Tsmc e le sudcoreane Samsung Electronics e SK Hynix hanno seguito la stessa strada, preoccupate delle eventuali ritorsioni: la prima era finita nel mirino di Trump per aver rubato know how americano, mentre la seconda si augura che i buoni rapporti tra il governo di Washington e quello di Seul possano favorirla.

Legata a questa storia c’è anche l’ultima mossa di OpenAI. La decisione della start-up di Sam Altman è quella di inserirsi nel mercato dei chip, producendo nel 2026 i propri semiconduttori di intelligenza artificiale. Niente di nuovo, visto che già le altri concorrenti stanno giocando a questa partita. Ma OpenAI lo farà insieme all’americana Broadcom, il cui amministratore delegato Hock Tan aveva preannunciato un cliente misterioso che aveva effettuato ordini per 10 miliardi di dollari.

Trump dunque sembra sempre più intenzionato ad andare avanti. Ma c’è chi lo avverte che il cammino intrapreso possa essere pieno di ostacoli. I suoi dazi rischiano di incidere negativamente sulla produzione a stelle e strisce, favorendo al contrario i chip cinesi che possono essere più convenienti. Per adesso però le minacce del presidente americano sembrano produrre l’effetto da lui sperato.


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