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Usa e volenterosi. A che punto è la trattativa sull’Ucraina

“Ho seguito la situazione, l’ho vista e ne ho parlato con il presidente Putin e il presidente Zelensky. Qualcosa accadrà, non sono ancora pronti. Ma qualcosa succederà. Ce la faremo”, dice Trump prima della videoconferenza con i volenterosi, e prova a lavorare a un accordo di pace anche se non ci sono ancora le condizioni

Non sono ancora pronti. Donald Trump la mette così a proposito del tanto agognato incontro fra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, certificando uno stallo che non può essere sciolto né dai volenterosi né da Washington, anche perché il numero uno del Cremlino ha provocatoriamente invitato il presidente ucraino a incontrarsi a Mosca. Schermaglie che, a maggior ragione nel giorno del vertice di Parigi e a 24 ore dall’imponente parata cinese, non contribuiscono a risolvere la questione. L’Alaska è lontana, lontanissima, e la presenza a Parigi dell’inviato Usa, Steve Witkoff, non ha sbloccato il quadro.

Yermak-Witkoff

Tesi che Andriy Yermak, consigliere di Zelensky, ha veicolato a Witkoff, alla presenza del consigliere per la sicurezza nazionale del Regno Unito, Jonathan Powell, del consigliere diplomatico del presidente francese, Emmanuel Bonne, del consigliere per la sicurezza nazionale del cancelliere tedesco Gunter Sautter e del consigliere diplomatico del premier italiano Fabrizio Saggio. “Il nostro compito principale è l’attuazione pratica degli accordi raggiunti dai nostri leader in merito alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina – ha affermato Yermak – Queste garanzie devono essere solide ed efficaci: in aria, in mare, a terra e nel cyberspazio. Abbiamo anche discusso del rafforzamento delle sanzioni, del ritorno dei prigionieri di guerra ucraini e dei bimbi rapiti dalla Russia”. E chiede che la guerra scatenata dalla Russia sia fermata., nella consapevolezza che il principio del Presidente Trump “di pace attraverso la forza è esattamente il tipo di approccio che può limitare l’aggressore”.

Non solo Ucraina e Ue, ma anche la Russia vuole “garanzie di sicurezza” ma è chiaro a tutti che la cosiddetta visione del Cremlino sulla sicurezza nazionale non collima con la sovranità ucraina, per cui se da un lato l”Europa vuole dimostrare di essere pronta a proteggere l’Ucraina nel dopoguerra, è la Casa Bianca che può decidere di pressare Mosca, come è stato richiesto a Trump in occasione dell’incontro in videoconferenza tra il presidente degli Stati Uniti, il suo omologo ucraino e i principali leader europei.

Il muro russo e l’accordo globale

Sposta l’attenzione dall’Ucraina la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che da Vladivostok, dove si sta tenendo il 10° Forum Economico Orientale, ha rilasciato dichiarazioni surreali: “La gente muore per strada. Non è un modo di dire, è la verità. Trump è tornato alla Casa Bianca per salvare l’America, questo è il suo compito principale. Non è venuto per salvare l’Universo, non è venuto per salvare il mondo”. Un altro modo per contribuire a ritardare un vertice che probabilmente era stato annunciato con troppa fretta.

Ecco il gancio con il famoso tema dell’accordo, che Trump ribadì al vertice in Alaska (“ci sarà un accordo quanto ci sarà un accordo”). Le terre rare sono centrali e più in generale il tema energetico su cui la Casa Bianca punta. Un filo che si ritrova anche nella parole del numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, secondo cui per riprendere i beni di valore la Russia può riprendere in natura ciò che è stato sequestrato. “Vale a dire, terreni ucraini e altri beni immobili e mobili ivi situati”, ipotizzando anche “una confisca dei gioielli della corona britannica”, evidente riferimento agli asset britannici.

Parole che seguono quelle del ministro degli Esteri britannico John Healey secondo cui Londra ha fornito sostegno militare all’Ucraina per oltre 1,3 miliardi di dollari con i proventi dei beni russi congelati. Follow the money, primo fra tutti l’energia. Si parla di un potenziale ritorno di Exxon nel mercato russo relativo al progetto Sakhalin 1.


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