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Ue-Mercosur. Garantite le salvaguardie, Roma appoggia l’accordo

L’allineamento di Roma alla strategia della Commissione Europea significa l’ottenimento di risultati sulle richieste di salvaguardia al settore agricolo avanzate dall’Italia. La possibilità di un commercio più fluido con l’America Latina è un’opportunità a cui il governo Meloni non intende rinunciare

A più di sei mesi dalla firma a Montevideo, la Commissione europea presenta oggi l’accordo commerciale concluso con i Paesi del Mercosur. L’intesa, la più ampia mai negoziata da Bruxelles, è destinata a rimuovere i dazi su oltre il 90% delle esportazioni comunitarie verso Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, e ad aprire l’accesso delle imprese europee agli appalti pubblici della regione.

Il pacchetto dovrà passare al vaglio del Consiglio e del Parlamento europeo, in un contesto tutt’altro che lineare. Diversi governi, tra cui per prima l’Italia, hanno chiesto garanzie per settori ritenuti vulnerabili, in particolare l’agricoltura e la zootecnia, timorosi che la concorrenza sudamericana possa avere ricadute negative sui produttori locali. La Commissione ha lavorato fino all’ultimo per inserire salvaguardie specifiche, proprio per rendere più digeribile un accordo che in alcuni Stati membri continua a suscitare diffidenze.

L’Italia, dopo una fase di incertezza, ha scelto di allinearsi a Bruxelles. Roma ha ottenuto rassicurazioni per la protezione dei comparti più sensibili e considera l’intesa un’occasione per rafforzare la proiezione del Made in Italy in mercati emergenti. La meccanica, l’automotive e i beni di consumo di fascia alta sono tra i settori che potrebbero trarre maggiore beneficio da un abbattimento delle barriere tariffarie.

Il contesto geopolitico conferisce alla scelta una portata ulteriore. La nuova politica commerciale americana, orientata al protezionismo, spinge l’Europa a diversificare i propri sbocchi, anche per ridurre il rischio che merci inizialmente destinate agli Stati Uniti vengano riversate sul mercato europeo. Al tempo stesso, la proposta di bilancio Ue per il periodo 2028-2034, con le percezioni di un ridimensionamento delle spese agricole e di coesione, alimenta timori nelle capitali più restie all’apertura.

In questo quadro, l’appoggio italiano al trattato con il Mercosur va letto come un investimento politico oltre che economico. Significa rivendicare un ruolo costruttivo nella politica commerciale europea, in una fase in cui le catene globali del valore sono sottoposte a tensioni crescenti. Roma punta a presentarsi come ponte tra l’Unione e un’area, l’America Latina, con cui condivide affinità culturali e un lungo retaggio di rapporti.

L’esito del processo non è ancora scontato. Il Parlamento europeo sarà un terreno di confronto, ma le grandi famiglie politiche hanno finora sostenuto la Commissione e, secondo valutazioni a Bruxelles, dovrebbero continuare a farlo. Per l’Italia, l’obiettivo sarà tradurre il sostegno politico in un vantaggio concreto per le imprese, consolidando una presenza industriale e commerciale in un mercato di oltre 300 milioni di persone.


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