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Allegri ma non troppo. Ritratto di un allenatore (e molto di più)

Ritratto inedito di un allenatore di calcio sempre in bilico fra i risultati dei match, l’umore dei giocatori, il fanatismo dei tifosi, le critiche dei giornali. Un equilibrio instabile che ha creato un personaggio metapolitico, tratteggiato da un cronista parlamentare. La recensione di Gianfranco D’Anna

Personaggio a più sfaccettature, umorale e impulsivo, autore di frasi cult, a furia di andare fuori dalle righe Massimiliano Allegri é diventato qualcosa di più di un allenatore, finendo con l’esondare nel cliché della politica. Ma anche qui a modo suo: avvolgente e divisivo come il Cavaliere, caustico come Renzi, incomprensibile come Giuseppe Conte, stratega invisibile come Andreotti.

Tanto che l’Allegri pensiero ha finito col rappresentare lo spartiacque del mondo del pallone che separa gli esteti del gioco, eredi del mitico Gianni Brera, e i patiti del primum goleare, deinde giocare cioè fai gol, difenditi e porta a casa il risultato. Una visione calcistica bifronte che ha anche un impatto sul linguaggio e sull’iceberg calcistico che smuove e condiziona il variegato mondo del tifo. “Essere allegriano é ormai un modo di prendere la vita, di intendere e interpretare il mondo. Un po’ come dovrebbe essere l’appartenenza a un partito”, scrive l’autore del libro A corto muso. Max Allegri e gli altri. Il calcio diventa politica, Giuseppe Alberto Falci, classe 1983, siciliano doc e da quindici anni raffinato editorialista politico del Corriere della Sera.

Allegoria o meno di Allegri, caparbio livornese allenatore protagonista degli anni ruggenti del Milan e della Juventus, collezionista di coppe e scudetti, il libro é un viaggio attorno alla mitologia eternamente in progress del calcio, alle sue evidenti o susseguenti conseguenze sociologiche e alle connessioni con le infinite alchimie della politica. Un libro spumeggiante di aneddoti e retroscena esclusivi, inanellati dalle firme e dai commenti di Pierluigi Battista, Matteo Renzi, Adriano Galliani, Andrea Romano, Ivan Zazzaroni, Italo Cucci, Simone Lenzi, Livio Gigliuto, Massimiliano Gallo.


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