La prima giornata del Consiglio europeo si è concentrata sulle discussioni belliche e sui riflessi geopolitici delle ultime decisioni di Trump, dopo che un nuovo vertice con Putin è stato annullato. Meloni ha colto l’occasione per riunire il gruppo di leaders sull’immigrazione, dando appuntamento a Roma per il prossimo 5 novembre. Il nodo Belgio sugli asset e le richieste di Kyiv
Un problema chiamato Belgio. L’Ue fa pressione sul primo ministro belga affinché cambi posizione sul piano di prestiti all’Ucraina. La prima giornata del Consiglio europeo di Bruxelles è stata caratterizzata dal tema bellico, dal momento che si intreccia con le novità che giungono dalla Casa Bianca (le nuove sanzioni americane colpiscono il cuore del sistema russo). Il presidente del Consiglio europeo António Costa deve convincere De Wever a concedere un prestito di 140 miliardi di euro all’Ucraina, utilizzando i beni congelati della Russia. Passaggio su cui Volodymyr Zelensky ha posto una condizione: Kyiv darà priorità all’industria nazionale ed europea nell’impiego dei fondi del prestito, ma chiede al contempo di poter acquistare prodotti americani se necessario, riannodando il filo strategico della sua recente visita da Donald Trump. Ma provando anche a rafforzare il link con Roma: ne hanno parlato Zelensky e Giorgia Meloni, anche al fine di “proteggere il nostro settore energetico dagli attacchi russi e renderlo più resiliente”, ha scritto su X il leader ucraino.
Sul tavolo Ue, quindi, ci sono anche i progetti di difesa congiunti nell’ambito dello strumento “Safe” e l’utilizzo dei beni russi congelati. Secondo Zelensky è giusto che questi fondi siano destinati a sostenere e difendere l’Ucraina. Per cui la traccia del Consiglio è stata triplice: l’uso dei beni russi congelati per un prestito all’Ucraina, il pacchetto di sanzioni che include il divieto sul GNL russo dal 2027 e infine l’autonomia sulla spesa dei fondi di prestito chiesta dall’Ucraina.
Non solo guerra, Meloni ha riunito il consueto gruppo sull’immigrazione per fare il punto sulla situazione. Assieme ai Primi Ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, ha ospitato una nuova riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative in ambito migratorio, presenti i leader di Ue, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia e Svezia. Da un lato von der Leyen chiede di accelerare ulteriormente i negoziati relativi al Regolamento rimpatri e alla lista Europea di Paesi di origine sicuri. Dall’altro il premier italiano ha battuto ancora una volta sul tasto della capacità delle Convenzioni internazionali di rispondere alle sfide della migrazione irregolare. Della questione i leaders torneranno ad occuparsene a Roma il prossimo 5 novembre in occasione di un incontro convocato ad hoc che servirà ad attualizzare il tema migratorio all’interno dei contesti internazionali, per giungere ad una gestione ordinata dei flussi migratori.
In precedenza Meloni (che lunedì riceverà a Palazzo Chigi il Primo Ministro dell’Ungheria, Viktor Orbán) aveva incontrato oggi a Bruxelles la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen per riflettere su competitività, transizione climatica e semplificazione. Come ribadito in occasione delle comunicazioni alle Camere, il presidente Meloni ha ribadito la necessità di urgenti provvedimenti a sostegno del settore automobilistico e delle industrie ad alto consumo energetico, in particolare sul fronte della riduzione dei prezzi dell’elettricità.