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Come Nvidia nessuno mai, l’azienda che vale 5.000 miliardi di dollari

La società di Jensen Huang raggiunge un nuovo storico record, giusto tre mesi dopo aver toccato quota 4.000. Tutto merito dell’Intelligenza artificiale. Anche se qualcuno mette in guardia sui pericoli del futuro

La prima nella storia. Nvidia continua a macinare record su record. L’ultimo è l’aver raggiunto i 5.000 miliardi di dollari di valore di mercato, giusto tre mesi dopo aver toccato quota 4.000 miliardi dollari, un’altra prima volta. Mai nessuna azienda ci era riuscita. All’apertura di Wall Street di stamattina, il prezzo delle azioni era di 210 dollari, ben il 50% in più rispetto all’inizio dell’anno. Per il Dow Jones, Nvidia adesso vale più di Amd, Arm Holdings, Asml, Broadcom, Intel, Lam Research, Micron, Qualcomm e Taiwan Semiconductor Manufacturing messe insieme. L’ascesa parte ovviamente dal lancio di Chat-GPT, nel 2022. Da quel momento è stato un crescendo continuo. Le azioni di Nvidia sono aumentate dodici volte. Nel 2024 ha tagliato il traguardo dei 2.000 miliardi di dollari, ma giusto sessantasei sessioni di trading dopo è arrivata a 3.000 miliardi. A luglio scorso, come detto, è stata la prima a raggiungere i 4 mila miliardi (ieri è stata Apple a farlo) e oggi, giusto un trimestre dopo, ottiene un altro enorme successo.

Tutto per merito dell’intelligenza artificiale, grazie a cui il ceo Jensen Huang sta siglando affari d’oro. Di fronte a una voglia famelica di data center e altri strumenti di IA, tutti vogliono i chip. E chiedono i migliori. Soprattutto quelli di Nvidia, che sono tra i più all’avanguardia. Proprio ieri, quando ha affermato l’intenzione di costruire sette nuovi supercomputer per il Dipartimento dell’Energia, Huang ha anche annunciato che la sua azienda ha ordini di semiconduttori per 500 miliardi di dollari. Oltre a questo, Nvidia è praticamente onnipresente. L’investimento da 100 miliardi di dollari in OpenAI, che dovrebbe permetterle di costruire e implementare mega data center, non è l’unico. La società detiene una quota nella maggior parte delle altre omologhe del settore, rendendosi indispensabile.

Vista la sua grandezza, Nvidia ha influenza anche sulla politica estera. Fu proprio Huang a convincere Donald Trump a togliere le restrizioni all’export tecnologico verso la Cina, che per la società rappresenta un mercato fiorente – nonostante Pechino gli abbia messo entrambi gli occhi addosso con alcune indagini. Il presidente Usa ha accettato e, secondo Reuters, nel faccia a faccia con Xi Jinping potrebbe parlare dei chip Blackwell, fino a oggi vietati da Washington perché troppo potenti  Huang non lo ha fatto di certo per un favore nei confronti del governo cinese, quanto piuttosto per un mero calcolo personale. Oltre che patriottico. “Non c’è dubbio che vogliamo che l’America vinca questa corsa all’AI”, afferma Huang. “Vogliamo che il mondo sia costruito su una base tecnologica americana. Assolutamente. Ma dobbiamo anche essere in Cina per conquistare i loro sviluppatori. Una politica che porta gli Stati Uniti a perdere la metà degli sviluppatori AI del mondo non è vantaggiosa a lungo termine, ci danneggia di più”.

C’è da dire che tutto il comparto tecnologico sta conoscendo una crescita senza eguali. Basti pensare che solo sette anni fa Apple è diventata la prima azienda a raggiungere quota 1.000 miliardi di dollari di valore, mentre oggi sopra quella soglia ci sono dieci aziende. Ma come Nvidia nessuno. Ma c’è chi avverte che più in alto si sale, più male farà la caduta. Questo per dire che se e quando la bolla dell’AI dovesse scoppiare, Nvidia potrebbe rimetterci più di tutte le altre.


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