Gli sconfinamenti dei caccia russi nei cieli del Baltico sono la spia del tentativo di Mosca di testare le difesa tanto dell’alleanza quanto dell’Ue. Per questa ragione l’esercitazione Dacian Fall 2025 si tiene i questi giorni in Romania e Bulgaria
Il 22 ottobre la Nato ha completato la prima fase dell’esercitazione denominata Dacian Fall 2025, si tratta di un’operazione multinazionale su larga scala che mette alla prova la capacità dell’Alleanza di dispiegare forze delle dimensioni di una brigata in tutta Europa. In corso attualmente è la seconda fase dell’esercitazione, in Romania e Bulgaria, che si protrarrà fino al 13 novembre e vedrà coinvolti più di 5.000 soldati e 1.200 unità di equipaggiamento provenienti da dieci nazioni alleate. Il perché della scelta rumena è chiaro da tempo: la cerniera orientale dell’alleanza è sotto attacco da parte russa e vanno allenate le difese. Secondo ministro della guerra rumeno Ionut Mosteanu il mar Nero “è un mare di sfide e quando la guerra finirà, le sfide rimarranno, perché la Russia rimarrà nelle vicinanze, dobbiamo dimostrare la nostra forza per scoraggiare la Russia, dobbiamo espandere le missioni congiunte nel mar Nero”.
Il ruolo della Nato e della difesa Ue
Primo aspetto su cui interrogarsi è quello relativo alla nuova infrastrutturazione di mezzi e risorse. Come ribadito nuovamente dal ministro della Difesa Guido Crosetto intervenendo alla conferenza organizzata da Aspen Institute Italia a Pavia, se l’Europa non investe in difesa resterà “senza futuro, per certi versi senza speranza e rinuncerà ad essere protagonisti”. Essere protagonista, ha aggiunto, non significa concentrare tutto in difesa, “ma saper sviluppare alcuni settori strategici mettendo insieme le energie dove da soli non abbiamo spazio”. La riflessione del ministro tocca la costruzione della difesa europea che non significa sostituirsi alla Nato, “perché essa rimane la colonna portante della nostra sicurezza, ma dobbiamo essere in grado di contribuire in modo più autonomo, più equilibrato e più tempestivo alle sfide del nostro tempo. E quindi avere un ruolo maggiore nella nostra difesa anche nella Nato”.
Le sfide al confine euro-russo
Per cui alla base dalla ristrutturazione della difesa di Ue e Nato c’è la nuova politica russa che mira a cercare lo scontro con l’occidente. Lo dimostrano le nuove interferenze dei caccia di Mosca nei cieli lituani. Il Paese baltico per questa ragione ha convocato un diplomatico russo per protestare contro l’ingresso di due caccia russi nello spazio aereo di Vilnius, ovvero un caccia Sukhoi SU-30 e un aereo cisterna IL-78 che per 18 secondi sono penetrati nei cieli lituani. Il ministero della Difesa russo ha negato la paternità dell’incursione, ma immediatamente dopo due Typhoon Eurofighter dell’aeronautica militare spagnola, parte di una missione di pattugliamento aereo della Nato nel Baltico, sono stati rapidamente schierati dopo che gli aerei hanno violato il confine con la Lituania. Sul punto spiccano le parole del ministro della difesa olandese Ruben Brekelmans secondo cui in Europa si dovrebbero sfruttare i sentimenti militaristici dei giovani per prepararsi alla guerra con la Russia.
















