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Dal grano ai libri, come prosegue il Piano Mattei per l’Africa

Un interessante momento di riflessione si è tenuto in occasione del panel Knowledge as Power: the Mattei Plan and the Africa’s Path to Inclusive Growth ai Med Dialogues in corso a Napoli. “Formazione, cultura, istruzione, cooperazione e cooperazione universitaria rappresentano la spina dorsale del Piano Mattei, perché per noi la spina dorsale dello sviluppo e degli aiuti allo sviluppo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e della cooperazione internazionale è la persona, l’essere umano”, ha spiegato il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli

La fierezza per l’impegno italiano in Africa, parafrasando Giorgia Meloni in occasione del World Food Forum della Fao, si ritrova sia nei grandi progetti in piedi nei 14 Paesi-obiettivo del Piano Mattei, sia nelle attenzioni che altri soggetti stanno riversando sul Piano italiano. Non solo il Global Gateway dell’Ue, ma anche gli occhi americani che vedono in positiva la progettualità di Roma verso il continente anche in chiave anti-cinese, senza dimenticare la destabilizzazione suscitata dalla brigata Wagner e da un certo disimpegno politico europeo: due elementi che negli ultimi due decenni hanno dato fiato a players esterni. Per cui il tema della sovranità alimentare (“che coniuga lo sforzo pubblico con investimenti privati in partenariati paritari con le Nazioni africane”, come osservato dal premier) si lega a doppia mandata a quello della formazione: due bisogni che, se sufficientemente assecondati, potranno migliorare le condizioni complessive del continente.

Un interessante momento di riflessione si è tenuto in occasione del panel “Knowledge as Power: the Mattei Plan and the Africa’s Path to Inclusive Growth” ai Med Dialogues in corso a Napoli. Ovvero quando l’essere umano viene posto accanto alla scala del sapere, partendo da banchi di scuola e da libri. “Formazione, cultura, istruzione, cooperazione e cooperazione universitaria rappresentano la spina dorsale del Piano Mattei, perché per noi la spina dorsale dello sviluppo e degli aiuti allo sviluppo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e della cooperazione internazionale è la persona, l’essere umano”, ha spiegato dal capoluogo campano il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli certo che proprio questa sia la vera sfida del Piano Mattei e la vera sfida, “il vero perno per il futuro dell’Africa”. In questo senso il governo ha sviluppato una serie di attività in ambito educativo in Africa, accanto alla diplomazia culturale e alla diplomazia formativa che sono “un fattore importante”. L’obiettivo del Piano Mattei secondo Cirielli è “sostenere e far crescere la classe media in Africa, che è fondamentale per lo sviluppo di questa regione”.

Nelle stesse ore in cui a Napoli si teneva il grande desco sul Mediterraneo, a Roma il ministro della Difesa, Guido Crosetto incontrava l’omologo somalo, Ahmed Moallim Fiqi. “Italia e Somalia – ha scritto il ministro su X – condividono legami profondi: il Corno d’Africa rappresenta un’area strategica con importanti riflessi sul Mediterraneo”. Appare di tutta evidenza che il paniere di temi comuni non solo comprende aree strategiche come la lotta al terrorismo, la sicurezza marittima e la collaborazione bilaterale in ambito difesa, ma si intreccia con una considerazione di fondo fatta da Crosetto: “Il futuro dell’Europa è strettamente legato a quello dell’Africa”. Una strada, quella delle interlocuzioni dirette di Roma con i paesi africani che si sta progressivamente ingrossando alla luce del Piano Mattei e vedrà lunedì prossimo Crosetto in missione in Tunisia.


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