L’America First Policy Institute considera Giorgia Meloni un alleato strategico per l’agenda di Donald Trump, capace di unire pragmatismo e identità. L’analisi di Kristen Ziccarelli sottolinea il ruolo dell’Italia su immigrazione, valori cristiani, commercio, difesa e rapporto con il Vaticano. Per Afpi, il governo Meloni è la prova che un’agenda basata su confini, cultura e fede può garantire stabilità e offrire agli Stati Uniti un partner credibile in Europa
L’America First Policy Institute (Afpi), il think tank che orienta la visione politica e operativa del presidente Donald Trump, considera l’Italia guidata da Giorgia Meloni un alleato peculiare e prezioso per l’agenda strategica della Casa Bianca. Nella lettura dell’istituto, il governo italiano unisce pragmatismo politico e un chiaro orientamento identitario, due elementi che lo rendono un partner unico nel contesto europeo.
Nel suo saggio “An Italian Ally in Defense of the West”, Kristen Ziccarelli — Director of Global Coalitions and Senior Immigration Analyst presso Afpi — sintetizza la chiave di lettura del mandato di Meloni: la capacità di fungere da ponte tra Europa e Stati Uniti e, più in generale, tra l’Occidente e il resto del mondo, a partire dal Mediterraneo e dall’Africa fino all’India. L’analisi si inserisce in un momento in cui la premier italiana ha rafforzato questa proiezione internazionale, come confermato dal recente discorso alle Nazioni Unite.
Il rapporto ricostruisce la missione condotta da Ziccarelli a Roma nell’agosto 2025, con incontri con rappresentanti governativi, parlamentari e analisti. L’obiettivo era valutare le politiche dell’esecutivo italiano in materia di immigrazione, demografia, cultura e affari esteri. La conclusione è che l’Italia rappresenta un partner affidabile, pur restando condizionata da vincoli comunitari, frammentazione regionale e una magistratura descritta come politicizzata.
L’aspetto più enfatizzato è quello migratorio e securitario. Secondo Afpi, Meloni si distingue come la voce più netta in Europa contro l’immigrazione irregolare. Il governo ha ridotto gli sbarchi e i decessi in mare grazie ad accordi di deterrenza con Tunisia e Libia e al ridimensionamento del ruolo delle ong. Parallelamente, la linea resta pragmatica sull’immigrazione legale, ritenuta necessaria a colmare carenze di manodopera in settori in cui gli italiani non sono più disponibili a lavorare.
Un altro elemento centrale riguarda l’identità e i valori. Meloni viene presentata come una figura rara nel panorama europeo per la difesa esplicita delle radici cristiane. L’Afpi sottolinea le politiche pro-family e pro-life, il divieto di ricorso alla maternità surrogata anche all’estero e il rilancio dell’educazione civica con un forte riferimento a tradizioni bibliche, storiche e culturali. Questa impostazione, in contrasto con il secolarismo dominante in Europa, rende per il think tank americano la premier italiana un’alleata eccezionale di Trump.
Sul piano economico e della sicurezza, il documento evidenzia due punti di attenzione. Da un lato il surplus commerciale dell’Italia con gli Stati Uniti, vicino ai 40 miliardi di dollari, considerato potenziale bersaglio di futuri dazi. Dall’altro, l’impegno ad aumentare la spesa per la difesa fino al 5% del Pil nell’arco di dieci anni, dopo le pressioni esercitate da Washington. La capacità di Meloni di tradurre il linguaggio bilaterale caro a Trump in una declinazione nazionale, definita “Italy First”, è apprezzata nel mondo trumpiano.
Un capitolo specifico è dedicato al ruolo del Vaticano e all’intelligenza artificiale. Afpi sottolinea la funzione che la Santa Sede può esercitare nel definire regole etiche globali, in un’ottica di difesa della dignità umana contrapposta a un approccio puramente utilitaristico. Meloni, in questa prospettiva, viene descritta come un ponte strategico con il nuovo papa e con un’istituzione religiosa percepita come attore cruciale nel dibattito internazionale su tecnologia e valori.
Ziccarelli colloca così il governo Meloni all’interno della missione dell’Afpi: tradurre l’agenda trumpiana in una politica estera che privilegia partner considerati culturalmente affini, affidabili e pronti a difendere i “permanent things” dell’Occidente.
Nella visione dell’istituto, Meloni rappresenta qualcosa di più di una leader nazionale. È la prova che un’agenda fondata su confini, cultura e fede può mantenere consenso popolare, garantire stabilità politica e offrire agli Stati Uniti un alleato credibile nel cuore dell’Europa.