“Sicuramente c’è un forte spostamento a destra in gran parte delle nazioni europee”. A Formiche.net, anche nella sua veste di vicepresidente dell’International Democracy Union (IDU), Carlo Fidanza, vicepresidente di Ecr e capo delegazione di FdI al Parlamento europeo, racconta la convention dei conservatori a Manchester, il consenso sempre più capillare dei cittadini e il voto a Strasburgo sull’immunità di Ilaria Salis: “Una pagina tristissima per il Parlamento”
Tutto in due giorni. Prima Carlo Fidanza, capo delegazione di FdI al Parlamento europeo e numero due di Ecr, è stato a Manchester con Antonio Giordano alla convention dei conservatori anche per proseguire nella tela europea dei conservatori, nelle stesse ore in cui a Parigi si materializzava la crisi del governo Lecornu. Poche ore dopo è rientrato nell’aula di Strasburgo per votare no all’immunità di Ilaria Salis, mentre in Calabria stravinceva le elezioni il centrodestra con Occhiuto. “Sicuramente c’è un forte spostamento a destra in gran parte delle nazioni europee”, racconta a Formiche.net anche nella sua veste di vicepresidente dell’International Democracy Union (IDU).
Partiamo dal Regno Unito. I vertici di Ecr sono stati presenti alla convention dei conservatori inglesi a Manchester. Come sta procedendo il passo degli anti-Starmer?
I Conservatori britannici hanno avviato una fase di riflessione e un tentativo di rilancio che si preannuncia non breve e non privo di incognite. Pesa da un lato la recente batosta elettorale e dall’altro, direi soprattutto, la concorrenza a destra di Nigel Farage e del suo partito Reform Uk. Se Starmer appare in forte crisi di consenso interno, oggi tutti i sondaggi danno Farage in testa e i Tories in difficoltà nel cercare di recuperare terreno.
Vede una generale voglia di conservatorismo in molti Paesi europei? Dettata da quali fattori?
Sicuramente c’è un forte spostamento a destra in gran parte delle nazioni europee. Questo è dettato soprattutto dal fatto che, in tempi di crisi, insicurezza e instabilità, i cittadini si sentono più protetti dai conservatori e dal nostro pragmatismo. Quando le certezze vengono messe in discussione è bene affidarsi a chi non fa troppa ideologia ma è in grado di affrontare i problemi per quelli che sono.
Come è percepito all’estero il modello italiano incarnato dalla destra di Giorgia Meloni?
Meloni non è soltanto un punto di riferimento dei conservatori in tutto il mondo ma è diventata anche, nell’opinione diffusa anche tra le élite un tempo scettiche nei suoi confronti, sinonimo di credibilità e stabilità. Tutti le riconoscono la coerenza del percorso fatto, l’affidabilità negli impegni presi e la capacità di offrire soluzioni. Anche a Manchester, ad esempio, si è dibattuto molto di come fermare l’immigrazione illegale e in ogni intervento il ruolo di Giorgia Meloni veniva richiamato. Così come la proposta di modificare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che Meloni ha coraggiosamente lanciato insieme alla premier socialista danese Frederiksen. Le nostre proposte sono sempre più centrali.
Francia di nuovo in crisi con le dimissioni di Lecornu: alle urne potrebbero imporsi Bardella e Le Pen. Che tipo di destra stanno costruendo? Tra l’altro, la francese Marion Maréchal è vicepresidente di Ecr.
E Marion Maréchal ha ragione da vendere quando dice che questa situazione di stallo e di conseguente instabilità si risolve soltanto costruendo l’unità delle destre. Un blocco patriottico che vada da Le Pen e Bardella ai Repubblicani di Retailleau, passando per Villepin, Zemmour, Dupont-Aignan e persino per l’ala destra dei macronisti. La Francia rischia la deriva, schiacciata dal peso del debito e di un’immigrazione massiva che ha diviso la società, spalleggiata dalla sinistra radicale di Melenchon. Soltanto mettendo insieme le energie migliori si può salvare.
Come rispondono i conservatori dinanzi ai rischi di infiltrazioni terroristiche nelle piazze pro-Pal? Vede in quelle proteste una nuova strategia della tensione, unita alla destabilizzazione via droni?
La sensazione che abbiamo è che si stia cercando l’incidente. La sinistra cavalca le piazze facendo finta di non capire, eppure la storia dovrebbe insegnare qualcosa. Dobbiamo ringraziare le nostre forze dell’ordine, che hanno avuto centinaia di feriti nelle ultime settimane ma hanno sempre gestito con grande compostezza le situazioni critiche: il loro impegno e la loro professionalità è fondamentale per evitare di fare il gioco di chi vuole precipitare l’Italia nel caos per cinico calcolo politico. Allo stesso tempo l’atteggiamento del governo è all’insegna della massima cautela e responsabilità: dopo centinaia di manifestazioni autorizzate e persino uno sciopero generale dichiarato illegale dal Garante, si è arrivati a vietare soltanto la vergognosa manifestazione di Bologna in cui i Giovani palestinesi e i centri sociali volevano festeggiare il 7 ottobre.
Il Parlamento europeo ha salvato per un voto Ilaria Salis, concedendole l’immunità. Cosa è successo?
Una pagina tristissima per il Parlamento, che incredibilmente concede l’immunità per reati compiuti fuori dal mandato europeo, legittimando di fatto la violenza politica. Ilaria Salis avrebbe dovuto essere sottoposta a processo in Ungheria, come prevedono regole e prassi di Strasburgo. Invece qualcuno ha sacrificato i principi basilari dello Stato di diritto per un cinico calcolo politico. La sinistra italiana ci ha messo la firma, chiedendo il voto segreto per favorire i franchi tiratori. Sono orgoglioso che la delegazione di Fratelli d’Italia sia stata presente al completo e abbia votato compattamente per la revoca dell’immunità e per la giustizia giusta.