Skip to main content

Italia apripista, l’obesità diventa malattia cronica per legge

Il Senato ha approvato il disegno di legge per la prevenzione e la cura dell’obesità, confermando il testo già approvato in prima lettura dalla Camera. Pella (FI): “Volontà piena di affrontarla come priorità nazionale”

L’Italia è il primo Paese a riconoscere l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante. Con l’approvazione definitiva al Senato del Ddl 1483, infatti, si introduce una legge interamente dedicata alla prevenzione e al trattamento dell’obesità. Il testo, che vede come primo firmatario il deputato Roberto Pella, prevede un programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità, un piano di formazione per i medici e i pediatri e l’istituzione dell’Osservatorio per lo studio dell’obesità presso il ministero della Salute.

PELLA (FI): PRIMATO ITALIANO

“L’obesità rappresenta una emergenza globale, che interessa fortemente anche il nostro Paese. Averla riconosciuta oggi, grazie al voto dell’aula del Senato, come una vera e propria malattia testimonia la volontà piena di affrontarla come una priorità nazionale”, ha commentato Roberto Pella, capogruppo in commissione Bilancio per Forza Italia e primo firmatario della legge, condividendo l’auspicio che il nostro Paese “possa farsene portavoce anche a livello europeo”.

L’OBESITÀ NEL MONDO…

Secondo le proiezioni, entro il 2035 nel mondo vivranno circa 1,9 miliardi di persone affette da obesità. Un numero che equivale a circa una persona su quattro. La situazione appare ancora più critica sul fronte dei più giovani: l’obesità infantile, infatti, è destinata a raddoppiare rispetto al 2020, con un aumento del 100% in appena quindici anni. Le conseguenze non si misurano solo in termini di salute, ma anche sul piano economico. Se le tendenze non verranno invertite, il costo globale legato al sovrappeso e all’obesità potrebbe raggiungere nel 2035 la cifra record di 4,32 trilioni di dollari all’anno, una cifra che equivale a quasi il 3% del Pil globale.

… E IN ITALIA

Secondo la sorveglianza Passi dell’Istituto superiore di sanità, nel biennio 2022-2023 circa un adulto su dieci in Italia è obeso: una condizione che riguarda più gli uomini (12 %) rispetto alle donne (9 %) e che cresce con l’età, fino a sfiorare il 16 % nella fascia 65-74 anni. Ma l’impatto si estende anche ai bambini: i dati dell’indagine nazionale OKkio alla Salute 2023, promossa dal ministero della Salute e coordinata dall’Istituto superiore di sanità con il supporto delle regioni e del ministero dell’Istruzione, mostrano che nei bambini nella fascia di età fra gli 8 e i 9 anni, l’obesità interessa quasi il 10% del totale, con un ulteriore 2,6 % di obesità grave. Cifre che confermano come l’obesità non sia un fenomeno marginale, ma una vera e propria emergenza di salute pubblica che attraversa tutte le età.

LA PATOLOGIA

Non c’è dubbio che stili di vita poco salutari, come mangiare troppo e male o avere una quotidianità molto sedentaria, favoriscano l’insorgenza dell’obesità. Tuttavia, ridurre il problema a una questione di forza di volontà è fuorviante e pericoloso. Numerosi studi clinici e revisioni scientifiche indicano che fattori biologici e metabolici svolgono un ruolo cruciale nell’eziologia dell’obesità, indipendentemente dalle abitudini ambientali. Per esempio, l’obesità è spesso associata a una ridotta sensibilità all’insulina, che compromette la capacità del corpo di regolare i grassi e lo zucchero nel sangue in modo efficiente. Inoltre, la genetica e l’epigenetica possono modulare la propensione all’accumulo di grasso, il metabolismo basale e le risposte adattative ai cambiamenti dietetici; recenti studi stimano un’ereditarietà compresa tra il 40 % e il 75 % per la tendenza all’obesità in alcuni contesti. In pratica, molte persone convivono con un organismo che già da sé è “svantaggiato”: il semplice fatto di adottare una dieta corretta e fare movimento può non essere sufficiente per vincere questa battaglia, soprattutto senza un approccio personalizzato che tenga conto delle dinamiche metaboliche individuali.

COMORBIDITÀ

L’obesità non è soltanto una condizione cronica in sé, ma rappresenta anche un importante fattore di rischio per numerose patologie correlate che incidono profondamente sulla qualità della vita e sulla sostenibilità del sistema sanitario. Chi ne è affetto ha una maggiore probabilità di sviluppare disturbi metabolici come diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa e dislipidemie (aumento di colesterolo e trigliceridi), che a loro volta alimentano il rischio di malattie cardiovascolari, ictus e sindrome metabolica. L’eccesso di peso si associa inoltre a condizioni croniche diffuse come la steatosi epatica non alcolica, l’osteoartrite e la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, oltre ad aumentare il rischio di alcune forme tumorali ormono-dipendenti. Non meno rilevanti sono le conseguenze psicologiche e sociali: dalla depressione all’isolamento, fino alle difficoltà lavorative legate alla discriminazione o alle limitazioni funzionali. Tutto questo fa sì che il sistema sanitario non debba farsi carico soltanto della cura dell’obesità, ma anche delle molteplici complicanze ad essa collegate, con un impatto crescente sia sul piano clinico sia su quello economico.


×

Iscriviti alla newsletter