Formiche.net ha intervistato l’Eusr per la Regione del Golfo Luigi Di Maio. La conversazione arriva al termine della ministeriale congiunta Ue–Gcc in Kuwait, che ha approvato uno statement comune di rilievo politico: sostegno al piano di pace promosso dal Presidente Trump per porre fine alla guerra a Gaza e conferma dell’integrità territoriale dell’Ucraina
Un messaggio di coerenza su principi e universalità di approccio, che rafforza la piattaforma Ue–Gcc come strumento di stabilità e cooperazione. Dalla crisi di Gaza all’Ucraina, il rappresentante speciale dell’Unione Europea Luigi Di Maio è la voce dell’Europa nel Golfo. Coordina il dialogo con i partner arabi su sicurezza, energia e pace regionale, in un momento in cui Bruxelles punta a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo e nel Medio Oriente allargato.
Lo statement finale della ministeriale Ue-Gcc esprime un sostegno congiunto al piano Trump e all’integrità territoriale dell’Ucraina. Qual è il significato politico di questa doppia posizione e che messaggio manda sul piano internazionale?
Il messaggio politico è chiaro: l’Unione Europea e il Consiglio di Cooperazione del Golfo riaffermano insieme che la diplomazia, il diritto internazionale e il dialogo restano gli unici strumenti legittimi per risolvere i conflitti, ovunque essi si trovino.
Il sostegno congiunto al piano di pace promosso dal Presidente degli Stati Uniti Trump per porre fine alla guerra a Gaza, e allo stesso tempo all’integrità territoriale dell’Ucraina, dimostra coerenza di principi e universalità di approccio: la difesa della sovranità degli Stati e della pace negoziata non è selettiva né geografica.
Questo doppio riferimento, in un documento firmato congiuntamente da Stati Ue e Paesi del Golfo, rafforza il ruolo del partenariato Ue–Gcc come piattaforma di stabilità e come attore credibile capace di dialogare con tutte le parti.
Il riferimento al piano Trump arriva in un momento di ridefinizione degli equilibri regionali. In che modo questa intesa tra Europa e paesi del Golfo può contribuire a rilanciare una prospettiva di stabilità e di pace duratura in Medio Oriente e alla definizione di una nuova architettura di sicurezza?
Il riferimento al piano Trump va letto nel contesto di una fase in cui la diplomazia multilaterale cerca nuovi strumenti per riaprire i canali politici tra Israele, Palestina e i paesi arabi.
Il fatto che Europa e paesi del Golfo convergano su un approccio condiviso alla pace, basato su una soluzione negoziata, sul rispetto del diritto internazionale e sul sostegno al processo di due popoli e due Stati, significa riportare la questione mediorientale dentro un quadro di responsabilità collettiva.
Oggi non si tratta solo di fermare la guerra a Gaza, ma di costruire una nuova architettura di sicurezza regionale, fondata sul dialogo politico, sull’integrazione economica e sulla cooperazione in settori chiave come energia, infrastrutture e sicurezza marittima.
L’intesa Ue–Gcc può essere un volano in questa direzione, creando un ponte stabile tra Occidente e mondo arabo, capace di coniugare sicurezza, sviluppo e diplomazia preventiva.
La partnership strategica Ue-Gcc sembra rafforzarsi non solo sul piano politico, ma anche economico e di sicurezza — che appare sempre più il presupposto fondamentale per tutti gli equilibri regionali e interregionali. Quali saranno i prossimi passi concreti per tradurre questa convergenza in iniziative comuni?
La ministeriale di Kuwait ha dimostrato che il partenariato tra Unione Europea e Consiglio di Cooperazione del Golfo è ormai entrato in una fase pienamente operativa.
Siamo passati dalle dichiarazioni di principio a un’agenda concreta, scandita da tappe precise e da strumenti già in movimento.
Primo, il consolidamento del pilastro di sicurezza e difesa comune. Dopo il secondo Dialogo Ue–Gcc sulla sicurezza, tenutosi a Bruxelles, stiamo implementando piani di cooperazione su maritime security, controterrorismo, cybersecurity e non proliferazione, insieme alla creazione di un gruppo di lavoro congiunto antiterrorismo e a nuove piattaforme di scambio operativo tra intelligence e forze di sicurezza.
Secondo, il rilancio del dialogo economico e commerciale. Come ricordato nel mio intervento a Kuwait City, la ripresa dei negoziati per un accordo di libero scambio Ue–Gcc è una priorità politica. Le sessioni esplorative dopo il vertice di Bruxelles hanno mostrato un nuovo livello di apertura e pragmatismo. A novembre, sempre a Kuwait City, il nuovo Business Forum Ue–Gcc, insieme all’apertura della Camera di Commercio Europea nel Golfo, sarà l’occasione per tradurre questa dinamica in opportunità reali per le imprese.
Terzo, il rafforzamento del pilastro energia–clima–connettività. L’organizzazione della prima Conferenza Ue–Gcc sulla Sicurezza Energetica a Bruxelles e il coordinamento su iniziative infrastrutturali globali, come il corridoio Imec, segnalano la volontà comune di trasformare la cooperazione energetica in una partnership strategica per la transizione verde e la sicurezza delle catene di approvvigionamento.
In una battuta
Accanto a questi tre pilastri, c’è un obiettivo trasversale: “Avvicinare le nostre società, anche attraverso progetti come il programma dei Giovani Leader in Diplomazia Regionale, che sta formando una nuova generazione di diplomatici europei e del Golfo capaci di costruire fiducia e continuità nel tempo”, spiega Di Maio.