La visita di Keir Starmer ad Ankara accelera la trattativa tra Regno Unito e Turchia per i caccia Eurofighter typhoon. Un’operazione che intreccia diplomazia e industria, rilanciando l’asse tra Londra e Ankara e rafforzando la posizione della Nato nel Mediterraneo. L’accordo, sostenuto dal consorzio europeo dopo il via libera tedesco, potrebbe ridefinire gli equilibri strategici e industriali della difesa europea
Durante la visita ufficiale ad Ankara, il premier britannico Keir Starmer e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan hanno discusso in modo avanzato della vendita di circa quaranta caccia Eurofighter Typhoon alla Turchia. Nel corso dell’incontro il dossier ha guadagnato velocità e chiarezza politica. La prospettiva che Ankara acquisisca i Typhoon appare ormai indirizzata, con un’impostazione che salda interessi industriali e agenda di sicurezza. L’incontro ha sancito una cornice di intese che valorizza la cooperazione e riporta il tema della superiorità aerea nel cuore del Mediterraneo. La notizia non riguarda solo un contratto ma segnala una traiettoria che tocca la Nato, le filiere europee e la postura regionale di Ankara.
Un’intesa costruita tra diplomazia e industria
La trattativa sugli Eurofighter è frutto di un lungo lavoro diplomatico e di un complesso allineamento industriale tra i partner del consorzio. Dopo mesi di esitazioni, la Germania ha attenuato le proprie riserve, rendendo praticabile una fornitura nell’ordine delle quaranta unità. I dettagli restano aperti, ma la formula che emerge combina velivoli già operativi con nuovi esemplari, così da garantire tempi più rapidi e continuità produttiva. Secondo le stime diffuse da Londra, l’intesa con la Turchia potrebbe sostenere fino a 20.000 posti di lavoro nel Regno Unito, grazie al coinvolgimento di molte aziende tra cui Bae systems e Leonardo, impegnata nella produzione dei radar a Edimburgo. L’operazione sostiene la modernizzazione della componente aerea turca, cruciale per mantenere capacità di deterrenza e piena interoperabilità nell’Alleanza.
Al tempo stesso, assicura a Londra un risultato industriale e politico, tutela competenze nazionali, consolida la filiera aerospaziale e riafferma la proiezione britannica nel campo della sicurezza europea. Sullo sfondo, la visita ha riaperto anche il confronto economico bilaterale, con l’intento di aggiornare il trattato commerciale post-Brexit e rafforzare la cooperazione su energia e tecnologie avanzate. I tempi e le modalità di consegna saranno definiti nei prossimi passaggi, insieme agli standard tecnici e ai pacchetti di supporto logistico.
La cooperazione aerea come leva di equilibrio nel Mediterraneo
L’avanzamento del dossier Typhoon riflette l’evoluzione della postura europea e atlantica nel Mediterraneo e nel Mar Nero. L’integrazione di una piattaforma europea consente alla Turchia di rafforzare interoperabilità e continuità operativa, in attesa del proprio caccia nazionale Tf Kaan. Il programma, ancora in fase di sviluppo, potrà beneficiare delle competenze acquisite con i Typhoon e delle sinergie industriali che ne derivano. Per il Regno Unito, la trattativa dimostra la capacità di coniugare diplomazia e industria, valorizzando il ruolo di fornitore di sicurezza e di motore tecnologico europeo.
L’intesa, se confermata, avrà un impatto più ampio perché rafforzerà la coesione del consorzio Eurofighter, offrirà un precedente utile per la politica comune di difesa e contribuirà a ridefinire gli equilibri nel Mediterraneo. La direzione è tracciata e segnala una fase di cooperazione pragmatica, in cui la potenza aerea torna a essere misura di influenza e stabilità.
















