I recenti eventi del 9-10 settembre 2025, quando 19 droni russi hanno violato lo spazio aereo polacco costringendo la Nato ad abbatterli per la prima volta dal 2022, hanno drammaticamente evidenziato una crisi strutturale della difesa aerea occidentale. Il paradosso è agghiacciante: missili da 3 milioni di dollari per intercettare droni che costano 20.000-50.000 dollari, un rapporto costo-efficacia insostenibile che rivela quanto l’Occidente sia impreparato alla guerra asimmetrica del XXI secolo. L’analisi del generale Ivan Caruso, consigliere militare della Sioi
La Russia ha aumentato l’uso di droni Shahed da 200 a oltre 1.000 a settimana dal marzo 2025, seguendo una logica di saturazione che sfrutta la sproporzione economica. L’Ucraina necessita di 4.800 missili anti-aerei annuali per mantenere l’attuale tasso di intercettazione, con una spesa minima di 2,4-19,2 miliardi di euro solo per le munizioni – matematicamente insostenibile per qualsiasi nazione.
Il problema non è solo economico ma strategico. Gli episodi in Polonia e Romania, seguiti da violazioni simili in Danimarca e Norvegia, dimostrano come la guerra ibrida russa stia testando sistematicamente le capacità difensive Nato, sfruttando l’inefficienza del modello tradizionale.
Il fallimento del procurement occidentale
L’Europa affronta un ciclo di sviluppo militare obsoleto: sistemi d’arma costosissimi progettati anni fa per minacce tradizionali, che richiedono decenni per essere operativi. L’Ucraina ha rivoluzionato questo paradigma passando da zero droni nel 2021 a 3,5 milioni nel 2025, con cicli di innovazione di 3-6 mesi invece di 10-15 anni.
La produzione russa di droni iraniani Shahed ha raggiunto 2.000 unità mensili, con piani per 5.000, mentre l’Europa fatica a adattare le proprie linee produttive. Il generale David Petraeus ha sintetizzato efficacemente: “L’equipaggiamento europeo è totalmente obsoleto rispetto alla realtà del campo di battaglia”.
Le soluzioni emergenti
La crisi ha accelerato lo sviluppo di alternative innovative. I sistemi laser ad energia diretta promettono costi di 13 dollari per engagement, mentre droni intercettori Fpv costano 125.000 dollari contro i milioni dei missili tradizionali. L’Ucraina ha sviluppato intercettori anti-drone da 7.000 euro (destinati a scendere a 2.000) che abbattono decine di Shahed ogni notte.
Una strategia per l’Europa
L’Europa deve abbandonare urgentemente il modello sovietico di grandi commesse centralizzate. Il contrasto è netto: mentre i governi europei generano ordinativi rigidi con consegne previste tra anni, l’Ucraina ha creato un ecosistema di 800 imprese private e 2.500 startup che operano con budget decentrati alle singole brigate. Ogni unità può spendere direttamente con i fornitori ritenuti più adatti, con cicli di consegna massimi di tre mesi. Il risultato? Stampanti 3D dietro le prime linee che producono componenti modificate in tempo reale, mentre soldati e ingegneri dialogano continuamente per migliorare i prodotti sul campo.
Questo modello ha permesso all’Ucraina di sviluppare 4.000 prodotti diversi in tre anni, dall’intercettore anti-drone da 7.000 euro ai droni a fibra ottica immuni alle interferenze elettroniche. La Danimarca ha compreso la lezione: a luglio 2025 ha siglato accordi per produrre droni ucraini sul proprio territorio, acquisendo know-how tecnologico in cambio di capacità industriale.
La soluzione strategica si articola su tre pilastri. Primo: investimento massiccio in ricerca & sviluppo continua per mantenere il livello tecnologico allo stato dell’arte, evitando di studiare sistemi vecchi di dieci anni che arriveranno agli operatori dopo altri dieci. Secondo: infrastrutture produttive modulari e flessibili, non linee dedicate a singoli modelli destinati all’obsolescenza in sei mesi. Terzo: capacità dormiente attivabile rapidamente in crisi, quando servono grandi numeri ma con tecnologia aggiornata.
Il nuovo paradigma. Drone contro drone
I droni hanno già dimostrato capacità devastanti. L’operazione Spider’s Web ucraina ha distrutto 11 bombardieri strategici russi con droni da poche migliaia di dollari. Israele ha neutralizzato le difese aeree iraniane con sciami autonomi prima di impiegare caccia pilotati. La guerra del futuro sarà combattuta da sistemi autonomi AI-guidati che operano in sciami coordinati: chi controlla questo dominio vince, indipendentemente da quanti carri armati possiede.
Eric Schmidt, ex Ceo di Google, investe personalmente in startup ucraine di AI per droni da guerra. La “Universal military database” ucraina contiene milioni di video di combattimento per addestrare sistemi autonomi – una risorsa strategica che solo ucraini e russi possiedono e mentre l’Europa dorme mentre Cina e Russia affinano tecnologie che ci renderanno sempre più vulnerabili a sciami da 50.000 dollari.
La Nato deve accettare una verità scomoda: senza un ripensamento radicale, i prossimi anni vedranno un’Europa tecnologicamente superata, incapace di difendere il proprio spazio aereo senza dissanguarsi economicamente. I “costosi dinosauri militari” su cui stiamo investendo centinaia di miliardi rischiano l’irrilevanza prima ancora di essere operativi. Il tempo per agire è adesso.